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Vettel in fuga, ma adesso arriva LeclercLeo Turrini - 18 febbraio 2019

Come alcuni tra voi sapranno, io non amo sputare sentenze dopo i test precampionato. Figuriamoci dopo un giorno solo!

Poiche’ considero Ponzio Pilato un genio, sia pure del male!, me ne lavo le mani.

In combutta con manigoldi argentini, ho spedito in quel di Barcellona un vostro amichetto.

Tale Marco Santini, cloggaro patito di monoposto elettriche. A cospetto di motori termici, per quanto ibridi!, dubito ci abbia capito qualcosa.

Ciucciatevi il suo reportage e ricordatevi che una classifica con Sainz secondo su McLaren è sincera quanto le lacrime di Wanda Nara.

A voi.

SANTINI SCRIPSIT

Amici ma soprattutto amiche del Clog, so a cosa state pensando, non vi siete chiesti altro nelle ultime 24 ore! Come ha fatto Wehrlein a perdere l’E-Prix del Messico rimanendo a secco a pochi metri dal traguardo? Sembrava cosa fatta e invece si è piantato in un clamoroso finale degno di Imola 1985, beffato dalla Audi di Di Grassi! Forse allora il pilota Ferrari potrà rifarsi al simulatore pensando al lavoro che gli aspetta a Maranello, più virtuale e meno elettrizzante.
“Non è la rosa, non è il tulipano… Ma sono mille papaveri rossi”, così cantava lo stesso che diede voce alle parole scritte da un famoso coetaneo di KR7. Ora, in questo caso non si tratta proprio di una “carlona”, ma dal vivo il colore di questa SF90 “opaca” ricorda proprio uno dei fiori dei versi di Faber… E non è necessariamente un complimento. Opaca non è stata però la prestazione della Ferrari in quel del Montmelò, con un debutto che ha convinto sia tempi alla mano che a livello di affidabilità. Insomma in questo caso la guerra di Piero, figlio del Drake e supervisore della strana coppia che ha preso possesso di Maranello, sembra partita decisamente col piede giusto. E allora aveva ragione il papà di Piero: la macchina bella è quella che vince.
È stato detto 100 volte ma vale la pena farlo anche per la 101: non si suona la carica al primo giorno di test (ma nel dubbio è sempre meglio star davanti), ne si piange sul latte versato dopo due settimane. Ed è anche giusto ricordare, mea culpa!, che lo scorso anno il sottoscritto non ci aveva capito granchè ipotizzando una Mercedes parecchio avanti (a mia parziale discolpa ero in buona compagnia e Melbourne sembrava confermare il pronostico). Tuttavia, 169 tornate al primo giorno sono un gran bel girare, specie se a mancare non è stata la velocità ma i problemi di affidabilità. Ed è il caso di rimarcare, per quel che vale (cioè poco, ma tant’è), che il tempo odierno di Vettel è stato un secondo più veloce del miglior competitor a parità di gomma, nonché due secondi più veloce del best lap di Ricciardo al primo giorno di test dello scorso anno. E perché no, crepi l’avarizia per gli amanti delle statistiche, addirittura equivalente al miglior giro di Bottas delle prove libere 1 del gran premio! E meno male che queste macchine dovevano essere un secondo e mezzo più lente con queste ali! E quindi, Red Bull ti mette le ali? Piuttosto, se son rose, fioriranno… Aspettando domani Carletto (non la carlona).