custom logo
Vasseur, Domenicali, Marquez…Leo Turrini - 27 marzo 2023

Aspettando l’Australia, alcune considerazioni su temi di nostro interesse.
Ferrari. Qui non è questione di Key o di Chiavetta USB. È invece logico che Fred Vasseur modelli la squadra secondo le sue intenzioni. Già è stato folle mandarlo in trincea alla testa di un esercito che non si è scelto. Ora sarebbe assurdo non dargli il tempo di intervenire sulla struttura del reparto corse. Faccia, decida. Avremo modo di giudicarlo.
Domenicali (e le prove libere nel week end da Gran Premio).
Chi mi segue sa che non debbo difendere nessuno. Sono amico di Stefano da trent’anni, non dimentico che da tp ha perso 3 mondiali piloti per sette o otto punti complessivi e cito la storia perché il mondo è pieno di troppa gente per la quale contano solo i risultati, eh.
Allora, a mio parere non è sbagliato immaginare di modificare il format dei fine settimana da Gp. Già ho espresso il mio cauto apprezzamento per la Sprint Race.
Andavo ancora a tutte le corse e già il venerdì gli autodromi erano deserti, o quasi. Colpa dei biglietti troppo cari, diceva qualcuno. Avevo e ho qualche dubbio.
Si fa presto a parlare male della ricerca dello spettacolo. Ma la via maestra, ingenuamente!, è conciliare tradizione e show.
Faccio un esempio. Un’ora di libere al venerdì mattina. Pomeriggio qualifiche che valgono per la griglia della domenica.
Sabato qualifiche (sì, ancora), per la Sprint da disputare nel pomeriggio. La Sprint come evento a se’.
Domenica, l’apoteosi con la gara. Farebbe così schifo? Sarebbe troppo pericoloso? Non ci divertiremmo di più? E magari le ore di libere cancellate potrebbero essere “sommate” in giorni di test aggiuntivi (così la finiremmo con l’atroce rimpianto di noi ferraristi, fermo restando che è passata una generazione ed è una scusa che non basta più).
Marquez.
Io non ho la competenza per dire se non sia più in grado di gareggiare al massimo livello.
Di sicuro il suo presente non cancella i numeri straordinari di una carriera da fuoriclasse. Così come lo sgradevole dualismo con Valentino nel 2015 può essere giudicato come meglio si crede, ma un campione rimane un campione, persino a prescindere dal bullismo eventualmente esercitato in pista.
E questo valeva per Rossi, per Schumi, per Hamilton, per Verstappen…