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Una notte con mr. ArrivabeneLeo Turrini - 11 dicembre 2014

Lo so, lo so.

Voi volete commentare la coppia Alonso-Button (I suppose) in McLaren.

Potete tranquillamente farlo qui sotto.

Ma, nel frattempo, vi racconto una notte speciale.

Con Maurizio Arrivabene.

Il nuovo capo del reparto corse Ferrari.

Ci siamo incontrati per puro caso.

E casualmente non posso qui svelare i segreti profondi di quanto accadrà in Ferrari, in ogni area, dalla tecnica alla comunicazione.

Mi interessa di più la filosofia del personaggio.

Proverò a riassumerla.

Con le sue parole.

‘Brecht diceva che è fortunato quel popolo che non ha bisogno di eroi. Io la penso alla stessa maniera. Credo che la base Ferrari sia all’altezza della unicità di un simbolo che non ha uguali nel mondo’.

‘Questo è il concetto che ho sviluppato nella lettera che ho mandato ieri a chi lavora per farci tornare a vincere nei Gran Premi. Non dobbiamo sentirci figli di un dio minore. Non lo siamo. Non lo saremo mai’.

‘A chi mi chiede quando cambieranno le cose in pista, negli ordini di arrivo, io rispondo che non ho la bacchetta magica. Nel 2015 mi basterebbe vincere un paio di Gran Premi. Uno con Vettel, uno con Raikkonen’.

‘Seb sta cominciando a comprendere cosa sia la Ferrari. Kimi lo sa gia e per inciso Kimi ha il vantaggio di essere una persona normale in un mondo, la Formula Uno, dove molti, ma per fortuna non Vettel, fanno presto a perdere il contatto con la realtà”.

“Nessuno di noi è qui per rimpiangere il passato. Siamo tutti qui per costruire il futuro. Non ho dubbi sulla attenzione del presidente Marchionne per la nostra battaglia. Vedrai che con il tempo le perplessità di chi non lo conosce si dilegueranno, perchè il nostro presidente ama la Ferrari da Gran Premio esattamente quanto chi frequenta il tuo blog”.

‘A livello politico la Ferrari chiede quello che è giusto non per la nostra azienda, ma per chiunque abbia amore per l’automobilismo. Chi governa il mondo delle corse deve rendersi conto che c’è un pubblico da riconquistare. Io voglio una Formula Uno che sia popolare come le Olimpiadi o i mondiali di calcio. Una volta era così e a quei livelli dobbiamo tornare”.

Ho raccontato, in sintesi, queste cose perchè, come ho detto dal primo momento, io sono un sostenitore di Mister Arrivewell. Forse mi condiziona il fatto che, una vita fa, quasi un quarto di secolo fa, le nostre donne aspettavano un figlio. E questo mi permette di citare un ferrarista che ci ha lasciato e che io ho molto amato, anche se non era un membro degli Ac/Dc carissimi ad IronMauri.

Ecco qua, per S. e per D.

Mango.

“Mare non c’è bello così quando sorridi”.