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Tutto quello che (non) so su SchumiLeo Turrini - 8 dicembre 2018

Mi serve un consiglio.
Applicabile solo in questo ameno luogo.
Come ben potete immaginare, ogni qual volta una dichiarazione, una indiscrezione, una ipotesi, insomma, ogni qual volta uno spiffero riguardante la salute di Michael Schumacher sibila nei cieli della comunicazione globale, ecco, a me viene chiesto un intervento, un commento, un testo.
S’intende che sulle altre piattaforme professionali (i giornali di carta, la televisione, la radio) non posso sottrarmi: a cinque anni dal terribile incidente, la fame di notizie sulle condizioni di Schumi resta insaziabile.
E’ normale. Lo capisco. Me ne rendo conto nella quotidianità, nel privato: non c’è amico o conoscente che, dopo due minuti di chiacchiere sulla F1, eh, non c’è amico o conoscente che non mi chieda come sta Michael.
E qui veniamo a noi. Al blog. Al Clog.
Qui è diverso, qui siamo tra persone che condividono uno spazio in nome di una emozione. Questo non è un luogo per le hard news: funziona e alla grande perché è un area riservata ai commenti miei, giudicati eventualmente da chi interviene sotto.
E così vengo a bomba.
Qui debbo riferire delle continue, inevitabili “soffiate” sulla vita nel limbo del Campionissimo (Vedi ultime dichiarazioni di Jean Todt)?
Oppure no?
Io tutto quello che (non) so su Michael l’ho testimoniato dolorosamente quando è stato il caso.
Rispetto in modo assoluto la volontà della famiglia di nulla concedere. Da quasi cinque anni non viene emesso un bollettino medico.
È una scelta rigorosa e ineccepibile.
Rovescio della medaglia: il silenzio alimenta il rumore (di chi non sa).
Non è una critica. Non mi permetterei mai.
È una constatazione.
E inoltre io ho conosciuto e conosco famiglie che hanno vissuto e stanno vivendo situazioni analoghe. Le reazioni al disagio indicibile sono sempre diverse tra loro.
Comunque e concludendo.
Voi che passate di qui (e vi ringrazio) che cosa preferite?
Aggiornamenti sulla vicenda di Schumi, anche se in realtà c’è purtroppo ben poco da dire?
O il silenzio che contiene una ostinata, incancellabile speranza?
Let me know.