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Tra Vettel e Leclerc la soluzione è…Leo Turrini - 4 ottobre 2019

Eh, davvero.
Tutti mi chiedono: ma insomma, come andrà a finire tra Sebastiano e Carletto?!?
Già questo è un segno dei tempi. Nel senso che l’argomento appassionerebbe solo i fans incalliti e gli addetti ai lavori se la Ferrari fosse una macchina buona per la seconda o la terza fila.
Dunque, qualcosa di buono c’è, in questo discreto casino (inutile girarci attorno).
E francamente una risposta alla domanda che mi insegue, in tv come al bar, alla radio come al supermercato, eh, non ce l’ho.
I fatti acclarati sono questi.
Uno. Siamo in presenza di un ineludibile conflitto generazionale. Leclerc ha il diritto di sognare tutto, sta a inizio carriera. Ha fame di gloria. Vettel la storia l’ha fatta e ha il diritto di immaginarsi ancora vincente. Il tempo gioca a favore di Carletto ma Sebastiano sa che il tempo è anche un boomerang, se lo vivi troppo in fretta.
Due. In mezzo a tali legittime e contrastanti aspirazioni ci sta la Ferrari.
Tre. I due piloti si stimano e ci mancherebbe altro. Ma non si fidano l’uno dell’altro. Come e perché si sia arrivati a questo è tema a svolgimento libero, cioè chi sta con Seb dirà che a provocare per primo è stato Carletto e viceversa.
Quattro. Entrambi hanno un contratto per il 2020 e ovviamente non c’è alcuna predeterminazione dei ruoli, Leclerc è talmente veloce sul giro secco da far paura persino ad Hamilton e Vettel soprattutto in gara è ancora tostissimo.
Cinque. Con due campioni così, la Ferrari non può pensare di stabilire a tavolino “oggi vinci tu e tu vinci la prossima”, Vettel e Leclerc non accetterebbero mai, qui non c’è un Barrichello e nemmeno un Bottas.
Fin qui, dovremmo essere tutti d’accordo.
Così torniamo alla domanda delle cento pistole.
Che si fa?
Per mia fortuna non sono Mattia Binotto!
Banalmente, forse solo la trasparenza può aiutare. Trasparenza significa comprendere che, sì, la Ferrari è una azienda ma i drivers sono due e se l’auto vince comunque alla fine della fiera uno dei due manici perde.
Mansell in Williams era nero se vinceva Piquet, già ho scomodato Senna e Prost e per stare in Ferrari il mio compianto amico Regazzoni era livido quando Lauda saliva sul gradino più alto del podio.
Ai box il Mulino Bianco non esiste e non ci dobbiamo raccontare favolette.
Ergo, sarà molto molto dura. Gli istinti partigiani dei fans si scateneranno, anzi, si sono già scatenati.
Ci si può affidare, certo, al buon senso dei protagonisti: ma il concetto di buon senso, quando guidi a 300 all’ora, è diverso dal mio che mi limito a scrivere articoli.
Io allaccio le cinture.
E sono molto contento di non essere Binotto.
Ps. Chiaro che tutto questo discorso vale se la Mercedes è perdente, cosa della quale nessuno, in logica immediata e 2020, può dirsi certo.
Buon week end, sulle moto e sul crash di Marquez confido nella sempre pacata prosa del conterraneo Roli.