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Se a Monza ci fosse stato Michael Masi…Leo Turrini - 11 settembre 2022

Michael Masi doveva esporre bandiera rossa ad Abu Dhabi. Non lo fece e sbagliò.
Lo dissi e lo scrissi subito.
Ma Masi aveva ragione a rifiutarsi di far finire dietro safety car il più bel mondiale degli ultimi vent’anni.
“It’ called Motor Racing”.
A Monza i suoi successori se ne sono dimenticati. Sarebbe bastato, di nuovo, esporre la bandiera rossa quando è stato chiaro che non era possibile rimuovere in fretta la monoposto di Ricciardo.
Facendo concludere in quel modo, a ritmo di lumaca, il gran premio del centenario, è stato fatto un torto innanzitutto alla moltitudine che affollava l’autodromo e poi a tutti quelli che hanno un’idea sana dell’automobilismo.
Badate bene.
Io non penso affatto che il risultato sarebbe cambiato, se fosse stata applicata la mia tesi. E’ opportuno avere la lucidità di ammettere che la Red Bull guidata da Verstappen è superiore alla Ferrari guidata da Leclerc. E anche le discussioni sulla sosta anticipata del monegasco sono frutto di un equivoco. In ogni caso, Carletto questa gara l’avrebbe persa.
È la storia di un campionato che avrà, di nuovo, un degno vincitore, perché stiamo parlando di un fuoriclasse assoluto e chi lo ha fischiato a Monza ha dato una testimonianza di citrullaggine.
Ma ciò che deve restare di questa domenica e la consapevolezza che chi governa la Formula 1 ha l’obbligo, ribadisco l’obbligo, di mettere al primo posto, ovviamente al netto della sicurezza, il rispetto per la gente che ama questo mondo.
Ho detto, augh.