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Red Bull, chissà cosa inventa Newey stavoltaLeo Turrini - 1 febbraio 2023

Stanno per alzarsi i veli sulla nuova Red Bull.
Naturalmente quella che vedremo in occasione della presentazione sarà una versione finta della monoposto, un regalo agli sponsor senza alcuna indicazione reale sulle caratteristiche della macchina.
Banalmente, però è fuori discussione che i Bibitari affrontino la stagione che verrà con l’etichetta di grandi favoriti.
Il regolamento tecnico non ha subito modifiche sostanziali e stiamo parlando di una scuderia che nel 2022 ha vinto, se non ricordo male, la bellezza di 17 gare su 22.
È una situazione simile a quella sperimentata nel 1989, quando la McLaren veniva da un’orgia di trionfi. L’esempio è buono anche per il 1993, quando la Williams era reduce da una sequenza di facilissime vittorie.
Ciò premesso, ci sono due ipotesi alternative, da considerare come antidoto di fronte alla prospettiva di nuovo incontrastato dominio da parte di Max Verstappen.
La prima fa esplicito riferimento alla Mercedes. Nella passata stagione gli ingegneri di Toto Wolff hanno esposto per parecchi mesi un fuoriclasse come Hamilton e un emergente come Russell a oscene figuracce (forse i tecnici argentati avevano trascorso l’inverno a brindare alla cacciata di Michael Masi).
Ma una volta ottenuto il provvidenziale (per loro) intervento Fia tramite direttiva 39 (uccidete tutti i Jedi), la musica è cambiata.
Sarei stupito se in Bahrain le Frecce di Brackley fossero indietro.
E poi c’è la Ferrari.
Sulla storia del motore circolano clamorose leggende metropolitane. Colpo di testa di Zoff su calcio d’angolo, palo.
Le cose stanno così.
Un anno fa, alla vigilia del campionato, a Maranello erano consapevoli di avere in macchina una power unit strepitosa. Ma fragilissima.
L’inizio della stagione immagino lo ricordiate.
Poi iniziò il ciclo delle brutali rotture e il motorone venne depotenziato.
Con gli esiti noti.
Ora, supponiamo pure che gli effetti della direttiva 39 uccidete tutti i Jedi non siano più un problema per la Rossa (peraltro il compianto Binotto ha sempre negato che tale problema esistesse).
Resterebbe l’incognita power unit ma qui sta l’unica news offerta al popolo da Vasseur la settimana scorsa: il difetto strutturale è (sarebbe?) stato risolto.
Se è così, il vero guaio è che non sappiamo cosa abbia inventato Newey stavolta…