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Raccontatevi la nuova FerrariLeo Turrini - 14 febbraio 2019

Lo sai che più si invecchia più affiorano ricordi lontanissimi?
In verità non ho memoria della prima presentazione Ferrari.
In compenso, mi torna in mente mio padre, nemmeno troppo attento alle cose di motori, mio padre, dicevo, che sempre mi chiedeva: allora, com’è?
È questa curiosità eterna per una semplice macchina da corsa a rendere comunque unico l’evento.
La storia, nel bene e nel male, ci appartiene, ci consuma, è un modo per sentire l’emozione del vivere.
Poi, lo so. Sono automobili, che non di rado annoiano e nel caso nostro, da ferraristi, spesso perdono pure.
Ma che ci posso fare?
In questo mondo di haters, di odiatori, di invidiosi mediocri, ecco, io avverto ancora l’incanto, quando nasce una Ferrari.
Sono un povero fesso?
E sia.
Mi cambierei con chi non crede più in niente?
Mai.
Sono frammenti che galleggiano sul fiume azzurro della memoria.
Quante volte ho temuto di affogare!
Lauda. Regazzoni. Jody. Gilles. Didier, Nigel, Alain, Schumi…
Ieri ero sul ponte dei sospiri, ad ammirare L’Alfa Romeo di Kimi in versione cromaticamente lambrusco (la livrea definitiva sarà diversa).
Quando prevale la fatica sul gusto, meglio passare al lambrusco (cit.)
E mi ripassavano davanti quei volti dei nomi che ho citato mentre salutavo ragazzi e ragazze che potrebbero essermi figli e figlie.
Si vede che l’incanto ha contagiato anche loro.
Come sarebbe bello fermare l’orologio.
“Tutto ho potuto ricomprare tranne una cosa: il tempo” (Clint Eastwood, The Mule).
Ps. Oggi non avrò tempo di descriverla, la Ferrari neonata. Troppe cose da fare, su tante piattaforme (pare che oggi si dica così).
Raccontatela voi.