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Quando in F1 su 7 Gp c’erano 7 vincitoriLeo Turrini - 22 aprile 2019

Me lo ricordo, quell’anno strano strano. 2012. Neanche una vita fa. Sette Gp, sette vincitori diversi a inizio stagione. Vettel, Maldonado, Alonso, eccetera.

Oggi, sette anni dopo, sarebbe inimmaginabile. Mentre invece accade nella vituperatissima Formula E.

SANTINI SCRIPSIT.

Ah, la mia fede in rosso! Come qui sottolineato giustamente a più riprese dal padrone di casa, a Barcellona vi ho raccontato di un parziale abbaglio. Un abbaglio che non sono qui a rettificare, bensì a rilanciare. Tendo infatti a credere che un quattro volte campione del mondo non può sbagliarsi quando si sbilancia in maniera tanto netta dopo una sola giornata di prove. E che quanto visto tra le dune del deserto non può essere figlio di un progetto differente da quello che ha portato alla disfatta cinese. Qualcosa chiaramente non sta funzionando, ma nessuno mi toglie l’idea di aver visto qualcosa di reale. E mi prendo volentieri il rischio di sottolinearlo nuovamente, anche in un momento così delicato. Il problema non sono le 3 doppiette in 3 gare, quanto lo scarto di punti che ne deriva che rende il cammino terribilmente in salita già a metà aprile. A leggere la storia, contro la Mercedes ibrida non ci si possono permettere false partenze. Anche perchè i tedeschi vogliono continuare a vincere ed a farlo ovunque. Ho avuto la fortuna di assistere da vicino alla gara che si è corsa nella mia città la scorsa settimana, dove Vandoorne ha dato alla stella a tre punte il primo podio elettrico. Onestamente, mi ha fatto un certo effetto veder passare le monoposto sulle stesse strade trafficate in cui rimango bloccato ogni giorno. Chiaro che passare dai test di Barcellona all’E-Prix di Roma non è facile. Ne sono la riprova i vostri commenti a questi Santini Scripsit: c’è interesse e curiosità ma anche tanto scetticismo e insoddisfazione. Gli insulti e il disinteresse me li prendo volentieri, ci mancherebbe altro. C’è chi prova ad avvicinarsi e mantiene le sue riserve, chi rimane legittimamente schifato, chi non ci prova neanche. Formula E ha avuto la lungimiranza di puntare, per ora, ad un target differente: curiosi della mobilità sostenibile, appassionati di tecnologia che cercano uno scorcio di futuro, nuovi seguaci delle corse cresciuti a pane e videogames, giovani famiglie. Mi piacerebbe l’anno prossimo portarvi con me a dare un’occhiata: non per convincervi di qualcosa, quanto per mostrarvi qualcosa di diverso. Tanto un giorno, chissà quanto lontano, a farvi cambiare idea ci penserà direttamente il Cavallino.