Dopo la calorosissima accoglienza qui riservata alle parole di Stefano Domenicali, ho deciso di infliggervi un altro tormento.
Una conversazione con Piero Ferrari sul legame a distanza tra suo padre e Soichiro Honda, il…Drake giapponese.
Me ne scuso in anticipo con i sempre pacati commentatori cloggari. Che Dio vi benedica, è un piacere imparare da voi.
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“Mio padre e Soichiro Honda si sono sempre ammirati da lontano. Non si incontrarono mai, ma erano uniti da una fortissima stima reciproca. Papà ad esempio aveva una venerazione per una 125 costruita dal suo collega nipponico, era una motocicletta spinta da un propulsore cinque cilindri, una rarità. Credo che lui e Soichiro condividessero il gusto per l’innovazione, la sfida in nome del progresso tecnologico. Del resto la Ferrari nasce nel 1947, la Honda nel 1948. Gemelli diversi…”.
La Formula Uno sta per tornare. Domenica a Suzuka le Rosse cercheranno di infliggere un altro dispiacere alle Red Bull spinte dal motore giapponese. Per Piero Ferrari, il figlio del Drake, è quasi un derby intercontinentale. Sul filo della memoria.
“Prima però farò il tifo per il mio conterraneo Orsini, l’imprenditore modenese in lizza per la presidenza di Confindustria. Sarebbe un bel segnale per l’Italia che crede nel futuro”.
Nel presente invece ci sarebbe da battere Verstappen…
“Ah, io sono realista”.
In che senso?
“Vede, la doppietta di Melbourne è stata una grande emozione! Direi anche che può valere come esempio”.
Tradotto?
“Quando in Red Bull hanno problemi tecnici, noi dobbiamo essere lì, pronti a sfruttare l’occasione. In Australia siamo stati capaci di farlo e questo è un segnale”.
Accadrà ancora?
“Ovviamente non lo so, non ho la sfera di cristallo. Sono consapevole che nel 2023 Verstappen e Perez hanno vinto ventuno Gran Premi su ventidue. E il regolamento tecnico è rimasto uguale. Dunque, per chi ha un minimo di esperienza nelle corse è logico immaginare un andamento della stagione in linea con le premesse. Solo che…”
Solo che?
“Noi stiamo crescendo, aldilà dei meriti di Sainz e di Leclerc. Mi permette di segnalare due particolari?”
Prego.
“Per anni come Ferrari ci siamo scontrati con un problema cronico: l’eccessiva usura delle gomme. Adesso sono già due volte che Carletto firma il giro veloce alla fine della gara, segno che abbiamo imparato dai nostri errori”.
La seconda cosa?
“Beh, in Australia e anche in precedenza la gestione delle soste è stata perfetta! Sono dettagli, ma possono anche fare la differenza. Abbiamo avuto stagioni in cui imprecisioni ed incertezze ai box e sul piano strategico ci sono costate tanto”.
Si dice che questo progresso sia merito di Vasseur, il nostro curato di campagna.
“Guardi, Fred è un animale da competizione! Respira da sempre le atmosfere del paddock, non è un tipo da lasciarsi condizionare dalla emotività”.
Torno indietro: si può battere la Red Bull a Suzuka, a casa della Honda?
“E io torno a dirle quanto ho già spiegato: abbiamo il dovere di essere realisti, vivendo il campionato tappa per tappa. Ci saranno altre opportunità da sfruttare, spero”.
Magari già domenica?
“E perché no?”