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Perchè Kimi NON è il problema FerrariLeo Turrini - 8 giugno 2015

Come era facile immaginare, il tema è appassionante.

Tenterò quindi, sommessamente, di dire la mia sul tormentone Raikkonen-Ferrari.

Premettendo di essere di parte: come taluni ricorderanno, dal remoto 2007 io mi definisco un ferrarista di rito raikkoniano.

Anticipo che in merito, cioè sul prolungamento o meno del contratto del Santo Bevitore, ovviamente ogni opinione è non solo lecita, bensì gradita.

Questa è la mia.

1) Dubito fortissimamente che la priorità Ferrari riguardi la coppia di drivers, meglio ancora l’identità del partner di Vettelino.

2) Il vero problema sta nella macchina. Che è fortunatamente molto migliorata rispetto al 2014ma che rimane oggettivamente inferiore alla Mercedes. Io non vorrei che parlassimo tanto di un testacoda per rimuovere il fatto che Hamilton ha discrete chances di vincerle tutte, da qui alla fine. E non sto per niente scherzando e comunque se la Rossa sta sempre lì confermerei il mio giudizio positivo sulla stagione del Cavallino, avendo memoria e reputando il 2015 una ripartenza, non una mai esistita candidatura al mondiale.

3) Se siamo d’accordo su questo, passiamo ai numeri.

4) Alle spalle di Hamilton e Rosberg nella classifica iridata c’è Vettel, deo gratias. Poi c’è il Biondino.

5) Un altro compagno di squadra di Seb si troverebbe, adesso, in una posizione migliore? Sul serio? E chi sarebbe questo fenomeno, tenendo presente che Alonso ha appena lasciato Maranello e che non è che puoi andare da Vettel a dirgli che gli affianchi Ricciardo? Bottas? Vergne? Grosjean? Garibaldi? Gigi Riva? Neymar? Messi? Suarez?

6) In numeri, Raikkonen ha 36 (trentasei) punti in meno del compagno di scuderia. Poichè in Australia fu costretto al ritiro, facciamo che facendo schifo sarebbe arrivato quinto, cioè di punti ne avrebbe incassati 10, quindi siamo a meno 26 dopo 7 gare. Diciamo un Gp di differenza, in un bilancio che è di 5-2 a favore del tedesco. Netto verdetto, ma non è un 7-0 e se la bandiera rossa con la Manor non la vedeva Kimi al sabato, uhm, mi immagino il teatrino. Si chiama doppiopesismo, eh.

7) E’ uno scandalo, la classifica ‘interna’ largamente favorevole a Seb? Per chi, come me, da tempo immemorabile considera Vettel un top driver, ecco, no, non è uno scandalo. Ci sta.

8) Questo dicono le aride cifre, le quali dunque suggerirebbero alla Ferrari di concentrarsi sulla priorità assoluta (la vettura), senza cercare distrazioni a proposito di composizione del team.

9) Quindi, se chiedete a me, io allungherei il contratto al Santo Bevitore per un’altra stagione, tenendomi le mani libere per il 2017, quando il cuore immagina che la rincorsa alle Frecce d’Argento sarà perfezionata (ho sempre sostenuto di non credere nei miracoli, tra parentesi e per inciso). E se per tenerlo sveglio bisogna parlare di incentivi-bonus-blablabla, diavolo, si chieda a Marchionne, che di certe cose se ne intende.

10) Infine, boh, non mi sembra tanto da top team mettere in discussione un campione del mondo per un testacoda, mettiamola così. Soprattutto pensando che fino al Bahrain la rinascita del Biondino veniva celebrata coram populo anche dai suoi affezionati detrattori (non qui, in generale: tra l’altro io non ho mai capito perchè un tipo mite come Kimi stia così sui cocones a taluni, mah, misteri della vita e della F1).

Dopo di che, a scanso di equivoci:

1) Il Raikkonen del finale di gara a Monaco è stato troppo molle, vedi assalto di Ricciardo.

2) Il Raikkonen del Canada, anche prendendo per buone interpretazioni che lo scagionano sull’origine del testacoda, fa comunque una bella puttanata contorcendosi sull’asfalto in una maniera non esemplare.

3) Il Raikkonen delle qualifiche in generale non è mai stato perfetto, se vogliamo con la curiosa eccezione di Montreal, dove aveva salvato la baracca.

4) Il mio eroe dovrebbe capire (fa ancora in tempo) che prestarsi alle sedute di simulatore non è una tortura bensì una necessità, perchè anche in F1 non si finisce mai di imparare.

5) Infine, io ho a cuore la Ferrari e sempre il pilota, chiunque sia, nella mia testa viene ‘dopo’ la macchina. Solo, non sono sicuro che, come ho detto, il problema sia Kimi e men che meno credo che un altro nei suoi panni sarebbe tanto più in su in classifica.

Tutto qua.