Due o tre cose pre Suzuka.
La prima è rigorosamente…sentimentale.
Da quando Sainz ha tagliato il traguardo a Singapore, sono stato travolto da una ondata di affetto. Sembra quasi abbia vinto io il Gran Premio!
Dico, mi ha chiamato persino Massimo Bottura dall’Onu, dove teneva un intervento, per raccontarmi che negli ultimi giri aveva smesso di respirare.
In generale, questa è la Grande Bellezza Ferrari. È tale il coinvolgimento emotivo di tanti che basta un successo per riattizzare la fiamma dell’entusiasmo.
Ovviamente, il rovescio della medaglia è il classico, repentino passsggio dalla euforia alla depressione. Il tutto escludendo dalla riflessione gli “anti”: l’era digitale ha moltiplicato le teste di minchia, perché in assoluto troppi rivendicano il diritto all’odio (e per cose ben più serie della Formula Uno, eh).
Per stare invece ai piccoli affari nostri.
Adesso la Ferrari ha due Samurai.
Due capitani.
Punto.
Io sono di fede Leclerc ma Sainz ha dimostrato coi fatti di non poter essere reputato inferiore.
Punto, due punti e punto e virgola.
Toccherà al sempre ilare Vasseur, fin quando occuperà il ruolo di capo del reparto corse, governare i due Samurai, i due Capitani. Sperando di avere i due Carli su due Rosse sempre competitive.
Infine, il mistero Red Bull.
All’incirca un anno fa, il compianto Mattia Binotto dichiarò sbinotteggiando che la direttiva 39 avrebbe avuto effetto zero sulle prestazioni Ferrari, tanto che si poteva puntare a vincere tutte le corse ancora in calendario.
Sapete come è andata.
Sulle conseguenze che le ultime direttive possono avere avuto sull’Impero Bibitaro sarà Suzuka a dirci qualcosa.
Aspettiamo. Anzi, come diceva un nuovo residente comasco, wait and see.
Ora la Ferrari ha due capitani