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Montezemolo e il ciuffo tergicristalloLeo Turrini - 24 marzo 2020
  1. Spero tutti bene.
    Questo periodo di ansia indicibile di sicuro sta costringendo tutti, esclusi gli imbecilli, a riflettere, banalmente, sul senso vero delle cose.
    Passerà e forse ne usciremo migliori (tolti i soliti finti ignoti in realtà notissimi, eh).
    Ringrazio chi sta prestando attenzione alle mie sciocchezze: non sono mai stato professionalmente così…sollecitato come adesso, fra giornali, tv, radio, web.
    Darei tutto quello che ho per non averne dovuto prendere atto!
    Andiamo avanti.
    Con la ricostruzione del rocambolesco 1999 sono arrivato alla vigilia di Spa.
    Schumi non è ancora pronto fisicamente. Dalla Germania è tutto un fiorire di teorie complottistiche. I tedeschi arrivano a raccontare che Michael non esclude di lasciare la Ferrari a fine stagione.
    A questo punto Montezemolo si incazza furiosamente. Agita il ciuffo come un tergicristallo impazzito.
    Ci vediamo per un caffè alla vigilia della mia partenza per le Ardenne. LCDM mi fa: “Michael con tutto questo casino mediatico non c’entra nulla. Ma ha attorno gente sbagliata. Dal 2000 cambierà il suo staff della comunicazione e ogni cosa che lo riguarda in termini pubblici sarà coordinata con Maranello. Lui è d’accordo”.
    In effetti a fine stagione Schumi rivoluzionò la struttura del suo gruppo di riferimento extra Ferrari.
    Sì, ma chiedo io, se torna in pista in questa stagione come si comporterà con Eddie?
    L’avvocato è secco: “Quando rientra lo aiuta, lei non si preoccupi. Faccia buon viaggio”.
    Il viaggio è buono, la gara decisamente meno.
    Accade però una cosa bizzarra, l’ennesima di un campionato folle.
    Avuta certezza che Schumi non sarebbe rientrato a breve e dunque l’unico teorico competitor per il titolo restava il non irresistibile amico mio Eddie Irvine, beh, in McLaren se la prendono comoda.
    La Ferrari poi va proprio piano. La Ferrari guidata da Eddie e da Salo, intendo.
    Così, Coulthard va allegramente in culo ad Hakkinen e lo batte. Il finlandese torna in testa al mondiale con un punto di vantaggio su Irvine ma è furioso. Pare abbia detto a Dennis: voi state scherzando col fuoco.
    Il fuoco?
    Monza!
    Nuovo tentativo di Michael. Lunga sessione di prove private in Brianza. Il fedelissimo Nelson66 mi scorta al circuito. Lui è di Vimercate, un paesino splendido, e sa di macchine molto più di me.
    A metà giornata, ottimismo in The Air. Un ingegnere Rosso mi fa: ce la fa, ce la fa, il Gran Premio d’Italia lo corre. Un meccanico mio amico aggiunge: ce la fa, siamo felici, peccato solo non vedere più nel garage la moglie di Salo.
    Ah, ecco Salo.
    Poiché in una serata plumbea arriva invece l’annuncio che Michael non sarà disponibile nemmeno per Monza, conviene affidarsi al sostituto.
    Salo sul dritto guida alla boia d’un Giuda. Si è visto anche ad Hockenheim, dove avrebbe vinto senza l’ordine di scuderia.
    Ma Eddie, dico, intanto Eddie che fa?
    Sempre in mezzo a donzelle ricche di talenti innegabili. Irvine ufficializza il passaggio alla Jaguar, sarà la sua ultima Monza da ferrarista.
    Forse dorme poco, il mio amico Din Don Dan. E quindi sonnecchia in pista. Il sabato è indietro in qualifica.
    Salo no. Salo tiene giù il piede. Dritto per dritto, che Dio ti fulmini.
    La domenica è il consueto delirio. C’è tanta di quella gente che vado all’autodromo con la bicicletta di Nelson66.
    E mi rendo conto di una cosa. Gli eventi frenetici della estate 1999 hanno fatto salire la febbre Ferrari a livelli incredibili. Vogliono tutti sapere da me le ultime su Eddie.
    Dorme, rispondo dopo le qualifiche. Dorme e sogna Schumi, l’unico che forse potrebbe fargli vincere il mondiale.
    La gara.
    Hakkinen ce l’ha in pugno ma firma un autogol clamoroso. Fuori pista, piange amaramente.
    Eh sì, stanno davvero scherzando col fuoco, quelli della McLaren. Addirittura il Gran Premio lo vince Frentzen con la Jordan.
    Un manicomio.
    E la Ferrari?
    Din Don Dan deve avere esagerato con i party a sfondo erotico (una volta, durante un briefing tecnico, al culmine della noia Eddie lanciò a Schumacher una rivista porno dicendogli: guarda un po’ se lì dentro c’è la soluzione per i guai della macchina) e avendo esagerato va quasi in retromarcia.
    Eddie è sesto, con Salo terzo. Eddie si aspetta che Todt fermi un’altra volta il finlandese, per permettergli di arrivare almeno quinto, visto che Hakkinen è fuori.
    Ma come si fa? Tra Salo e Irvine c’erano due macchine. La Ferrari avrebbe perso punti per il mondiale costruttori (eseguendo l’operazione ne avrebbe conquistati 3 invece di 5). Eccetera eccetera.
    Niente, non si fa.
    Sono passati ventuno anni e Eddie continua a sostenere che Todt quello doveva fare, metterlo quinto e basta.
    Io continuo a pensare non abbia ragione.
    Comunque, quella domenica sera a Monza Irvine raggiunge Hakkinen in vetta al mondiale.
    Sessanta pari.
    Tre gare ancora.
    Ring. Malesia. Giappone.
    Schumi sullo sfondo.
    Esco dal circuito inforcando la bicicletta di Nelson66.
    Foro all’altezza dell’uscita del Golf Club.
    Non ho la gomma di ricambio.
    Scoprirò presto di non essere l’unico a non avercela.
    (4. Continua)