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Montecarlo e il segreto (di Modena) alla RascasseLeo Turrini - 21 maggio 2018
  1. Montecarlo per me è tante cose.
    I latitanti sugli yacht: quante volte ho perso tempo a calcolare quanti cellulari (nel senso di furgoni penitenziari) sarebbero serviti per associare tutti alle internazionali galere.
    La tristezza nel fondo degli occhi di certe donne facili. Altro che #metoo.
    Le folle accaldate di un proletariato ammesso ai margini di un finto paradiso.
    I treni per Mentone o Ventimiglia, stracolmi fino all’inizio del Millennio, poi il popolo prese a diradarsi.
    E infine, la Rascasse.
    Io ho visto cose che voi umani, eccetera.
    La grande vetrata della sala stampa sta proprio lì sopra.
    Mi piazzavo lì per ore ed ero come ipnotizzato.
    Ah, l’emozione purissima in presa diretta!
    Non dirò di Senna o di Schumi. Troppo facile. E inoltre non pretendo di persuadere chi tutto sa senza sapere ovviamente nulla (un classico, specialmente in Italia).
    Ma come guidava bene Stefano Modena nel Principato!
    Tanti manco lo avranno sentito nominare, molti lo avranno dimenticato.
    A Montecarlo, più che altrove, su un circuito anacronistico e bla bla bla, percepisci l’istinto del driver.
    Per questo mi incuriosisce molto il Leclerc del prossimo week end.
    Lo aspetto alla Rascasse.
    Ps. Ma voi, invece, quale “punto” di Monaco amate di più?