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L’ultimo Gran Premio di AlonsoLeo Turrini - 21 novembre 2018

Magari tornerà.
E non ci sarebbe nulla di male.
Intanto, l’ultimo Gran Premio di Fernando Alonso chiude un’era.
Chi stava all’asilo quando lo spagnolo debuttò nel 2001, beh, oggi frequenta l’università. A New York c’erano ancora le Torri Gemelle, per capirci.
Alonso appartiene idealmente a più di una generazione.
Ed è uno dei migliori piloti che io abbia avuto modo di ammirare.
Fortissimo in gara. Meno in qualifica. Un Prost post moderno, se posso permettermi. Lo considero un complimento. Invece Giancarlo Minardi lo paragonava a Senna. Esagerando, secondo me.
Sul perché Alonso abbia smesso di vincere mondiali dodici anni fa, eh, mi sono espresso spesso.
Scelte sbagliate. Non fu una bella cosa contestare extra pista il talento naturale di un giovanissimo Hamilton nel 2007. Da lì, a cascata, il resto.
Non dici certe cose orripilanti sulla Ferrari per poi andarla a guidare come se niente fosse. Non te ne vai dalla Ferrari proclamando che sei stufo di arrivare secondo per guidare una McLaren da quattordicesimo posto. Immaginate se fosse capitato a Niki Lauda, a suo tempo.
Alonso ha avuto pessimi consiglieri (non sugli ingaggi) e straordinari adulatori. Sarebbe stato meglio invertire gli aggettivi.
Ma tutto questo non riguarda il pilota.
Per inciso.
Quando scrivo che la Ferrari del 2018 è stata la miglior Rossa del decennio, numeri alla mano, sto riconoscendo la grandezza di Fernando. Che con una macchina non così competitiva sia nel 2010 che nel 2012 arrivò a giocarsi i titoli all’ultima gara.
Perse, contro la Red Bull di Vettel. Almeno un mondiale lo avrebbe meritato. Forse il Destino volle punire un ego ipertrofico. Oppure fu solo sfortuna.
Scrissi allora, da ferrarista, che mi dispiaceva. Lo ripeto oggi. Come scrissi che il suo ruolo nella spy story del 2007 era di una tristezza infinita, per chi ha una certa idea dello sport. E nemmeno su questo ho cambiato idea.
Infine.
Una sera del 2012 ci trovammo a cena, io e Alonso. Personaggio interessante, conversatore apprezzabile.
Totalmente estraneo alla leggenda Ferrari: non la coglieva, non la capiva. Probabilmente aveva ragione lui, sono io che vivo nel passato, in tutto e per tutto.
Eppure, dentro di me rimango un irriducibile.
Un giorno, magari dopo aver vinto la 500 Miglia di Indianapolis, magari dopo essere tornato in Formula Uno, Fernando Alonso da Oviedo verrà dalla mia.