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L’ultima Ferrari a fare la StoriaLeo Turrini - 11 febbraio 2023

Tu chiamale, se vuoi, emozioni.
Capisco bene le perplessità popolari sulla sovversione di antiche tradizioni.
Nel presente 4.0, ti fanno vedere una (presunta) nuova monoposto e insomma si è un po’ perso il gusto della scoperta, il fascino dello stupore.
Ma è il mondo nuovo e nemmeno è detto sia un male: in fondo, anche nei giorni delle presentazioni Old style, beh, lo sapevamo che poi in pista…
Tutto ciò premesso, di sicuro anche martedì 14 mi emozionerò come un bimbo. Perché ci sono cose che non cambiano, dentro. Mai.
Una Ferrari da Gp nuova per me e’ come l’albero di Natale della mia mamma, tanto tanto tempo fa.
Dovendo poi scegliere tra i troppi modelli su cui ho visto alzarsi il sipario, a costo di sorprendere opterò per una monoposto che il Mondiale non lo vinse.
Mi riferisco alla Ferrari del 1989. Quella disegnata da Barnard. Quella di Mansell e Berger. Quella, come si scriveva allora, dotata di cambio elettroattuato.
Una rivoluzione!
L’idea, alcuni lo ricorderanno, veniva da un cassetto di Mauro Forghieri.
In un certo senso, la Rossa del 1989 fu l’ultimo regalo di Furia al Cavallino.
Aggiungo che quella vettura segnò, senza più repliche!, l’innovazione Ferrari poi da tutti copiata, in fretta e furia (appunto).
Io ero orgogliosissimo di quella macchina del 1989: ci vedevo l’estrema testimonianza di una genialità italiana, anzi, se posso permettermi, modenese.
Se solo la SF23 evocasse una simile suggestione…
Buon week end.