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L’ultima di Ayrton a Monaco, 30 anni faLeo Turrini - 21 maggio 2023

Forza Romagna.
Pensando a Montecarlo, mi torna in mente una storia molto mia.
Era il 1993.
Esattamente trenta anni fa.
Avevo conosciuto per la prima volta le emozioni del Principato nel 1989.
L’impatto era stato bizzarro, su un provinciale come me.
Dopo due giorni, avevo riconosciuto nei paraggi delle monoposto almeno una dozzina di noti latitanti!
Ma non ero lì per conto dell’Interpol, dunque presi atto della vittoria di Ayrton.
Poi con Senna diventai amico.
Lui rivinse nel 1990.
E nel 1991.
E nel 1992, respingendo un furibondo assalto finale del Leone Mansell.
Quella volta lì, intendo nel 1992, incontrai Ayrton in sala stampa. Ti rendi conto, gli dissi ridendo, che qui io ho visto solo te sul gradino più alto del podio (che poi a Monaco i primi tre salivano dai regnanti, il trionfatore stava in mezzo, non credo ci fosse o ci sia il podio classico, boh)?
Mi rispose con quel tratto sghembo del viso che riservava agli amabili scocciatori.
Però, ecco, nel 1993 ero sicuro che finalmente avrei ammirato un altro vincitore. La Williams di Prost pareva invulnerabile.
Anche per Ayrton.
Per giunta, manco pioveva.
Invece.
Senna primo, per la quinta volta consecutiva. La sesta in assoluto, record storico e stellare.
Non che mi dispiacesse, tutt’altro. Del resto la Ferrari da me amata era in condizioni pietose (per la serie: l’eterno ritorno del sempre uguale).
Incrociai Senna nel dopo gara del 1993. Doveva avere una gran memoria. Beffardo, mi bisbigliò: sappi che vincerò anche l’anno prossimo, nel 1994.
Non avrai altro vincitore all’infuori di me, pensai divertito.
Dodici mesi più tardi, lui a Montecarlo non c’era.
Mi rammentai all’improvviso di quelle frasi allegre e andai a piangere da solo in un angolo isolato della sala stampa.
Sono passati trent’anni.
Era ieri.
Era Ayrton.