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L’inutile agonia estiva di VettelLeo Turrini - 9 luglio 2020

Ringrazio tutti gli amici che, dedicandomi la loro attenzione, interpretano i riferimenti ad annunci nel week end come meglio credono.
Banalmente, nel post precedente, un omaggio ad un pezzo di storia Ferrari come Valerio Stradi, beh, io immaginavo sarebbe stato bello salutarlo per l’ultima volta con la certezza di un Gp, tutto Rosso, il numero 1000, al Mugello. Magari anche con gli spalti aperti (è una ipotesi) ad una quota di iscritti ai Ferrari Club, di cui proprio il compianto Stradi ebbe ad occuparsi in tempi ahimè remoti.
Ma capisco e giustifico che ogni mia riga sia collegata al Vettel-gate.
Chiarirò dunque il mio pensiero.
Trovo assurdo (ed è un eufemismo) che Binotto si sua messo in questa situazione.
Poiché la pandemia ha sconvolto ogni premessa (il ragionamento natalizio era: arriviamo a Montecarlo, poi alla luce degli eventi decideremo), beh, sarebbe stato razionale chiudere subito. Del tutto.
So bene che ci sono contratti vigenti e soldi che ballano e bla bla bla.
Ma sei la Ferrari, santo cielo.
Non sei la McLaren con Sainz o la Renault con Ricciardo.
Qui non si capisce (servirebbe Stradi!) l’unicità dell’essere Ferrari.
Altro che hashtag!
Hai deciso?
Sbaracca tutto.
Così, forse, andremo avanti per sei mesi, a chiederci cosa farà Seb nel caso che, eccetera.
Non è sano.
Quanto poi al Vettel pensiero (se mi cerca la Red Bull accetto, diversamente non so), siamo nella norma. Idem per la replica di Marko.
Io sono molto ignorante e davvero non capisco come mi sia stato possibile diventare quello che sono.
A meno che non dipenda dal fatto che non ho mai nascosto la mia opinione, giusta o sbagliata che fosse, ci mancherebbe.
E senza mai offendere nessuno.