Fine del girone di andata. Meno male, sarei tentato di aggiungere: vince sempre Verstappen, che ormai fa più notizia per i battibecchi via radio, in stile Sandro e Raimondo, con Lambiase, il suo ingegnere di pista di origini italiane…
È finito il girone di andata e ben sappiamo come risultati Ferrari siano stati drasticamente inferiori alle aspettative primavera. Mai una gioia.
Ciò premesso, sulle Ardenne ho visto la Rossa migliore del campionato. Lontana dai Bibitari, per carità. Ma sulla pista più bella e più dura Carletto Leclerc si è preso un podio per niente dovuto alle circostanze. Il passo gara era buono. Azzeccata la strategia, felici i cambi gomma. Soprattutto, la Rossa è stata tranquillamente davanti alla Mercedes, che le ha tentate tutte pur di strappare il terzo posto al monegasco, e alla Aston Martin, per tacere della McLaren. E peccato per Sainz, non irreprensibile allo Start, eh.
Sia chiaro: questo è il minimo sindacale e Fred Vasseur di sicuro ne è consapevole. Era e rimane inaccettabile vedere una Rossa confinata tra la settima e la decima posizione. Perdere fa parte delle cose della vita. Incassare umiliazioni anche no, grazie.
È vero, la Red Bull gode di un vantaggio tale che le cose non cambieranno tanto in fretta. Tocca dunque a donne e uomini di Maranello ottimizzare al massimo gli sforzi per tutte le gare che rimangono da disputare (e sono tante).
La faccio breve. Dall’Olanda in poi, la Ferrari deve avere come unico obiettivo la costante presenza sul podio. Senza pretendere di occupare il gradino più alto, quello è di Verstappen e lo sappiamo.
Perché, kennedianamente, io sono un idealista senza illusioni.
Leclerc, Vasseur e il minimo sindacale