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Leclerc tra Gran Premi e Le MansLeo Turrini - 1 marzo 2021

Stamattina ho portato la mamma 93enne a vaccinarsi.
E siccome c’è sempre una prima volta, ecco che il centro per le iniezioni, dalle mie parti, sta accanto alla pista di Fiorano. Mai vista da mia madre.
Non solo.
Mentre aspettavamo il suo turno, una Ferrari a ruote coperte ha cominciato a rombare sul circuito.
La mamma ha detto: è con quella macchina lì che il tuo Leclerc andrà a vincere a Le Mans?
E insomma, lì attorno è nato un dibattito. Gli anziani capiscono meglio dei giovani cosa abbia rappresentato la 24 Ore per la leggenda del Cavallino.
Come spesso mi capita di scrivere, la memoria è un sentimento.
Dopo di che, mentre i diversamente giovani aspettavano la puntura di Pfizer, mi è venuta in mente una cosa che mi ha detto una volta l’amico Paolo Barilla, che a Le Mans ci ha pure vinto a livello assoluto (e senza aiutino).
Sostiene Paolo che una volta, per Bandini come per Andretti eccetera, non faceva differenza guidare e andar forte a ruote scoperte e a ruote coperte.
Oggi, invece, secondo Barilla la specializzazione ha raggiunto livelli tali che non è più possibile passare da una categoria all’altra senza pagare dazio.
A me manca il back ground per esprimere una opinione, non ho mai seguito da vicino le gare di durata e romanticamente mi è sempre dispiaciuto, avevo 7 il giorno della Parata Rossa di Daytona e non ho dimenticato.
Voi che ne pensate? Leclerc o Hamilton o Verstappen sarebbero subito al top anche con una hypercar?