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Leclerc, Sainz e l’arte della pazienzaLeo Turrini - 22 aprile 2022

L’arte della pazienza.
Quando ero bambino, la maestra delle elementari ci fece leggere un racconto che celebrava la virtù della pazienza.
In amore come sul lavoro. Nella vita, in generale.
Poi venne Totò (meglio, era già venuto, ma io ho visto il film da ragazzo) a spiegarmi che ogni limite ha una pazienza.
E dire che questa ultima frase è perfetta per il venerdì imolese di Carlitos, anche se ritengo sia il caso di sostenere Sainz e non di dargli addosso, perché avremo di sicuro bisogno di lui.
Il discorso della pazienza, del resto, vale per l’intera Ferrari.
In un campionato così lungo, è indispensabile ragionare.
La faccio breve: se nella odierna Sprint Race Carletto finisse secondo (dietro Tu-Sai-Chi) sarebbe comunque un buon risultato, perché perdere un punto (1) in classifica significa zero e poi scattando la domenica dalla seconda casella avresti più di trecento chilometri a disposizione per giocarti il sorpasso.
Serve testa, non solo piede.
Leclerc ha già dimostrato di possedere l’una e l’altro.
Ps. Come promesso proprio a Imola ho presentato la fatica letteraria di Emiliano Stella Stai Tozzi dedicata a Chris Amon.
C’era il pienone ma a sbalordirmi felicemente è stata la massiccia presenza di tanti Under 30.
Davvero la F1 sta vivendo una nuova giovinezza.
E questo è bellissimo.