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Leclerc pole e il Red Bull gateLeo Turrini - 1 ottobre 2022

Un’altra pole di Carletto.
La nona della stagione.
Leclerc meriterebbe ne parlassi, ma viviamo in un mondo strano, popolato talvolta da gente ancora più strana.
Il Red Bull gate, allora.
Premessa.
Non c’è sport che non subisca un danno di immagine terribile se e quando l’attenzione si sposta, magari necessariamente!, su elementi extra agonistici.
Seconda cosa. Stiamo tutti facendo casino in assenza assoluta di dati certi. C’è qualcuno, qui e altrove, che conosce le cifre, i dati, l’entità di conclamati scostamenti rispetto al tetto del budget cap? Qualcuno che ha visto i numeri?
Non c’è, tolti i diretti interessati (Red Bull e revisori Fia).
Questo è assurdo, nonché ridicolo: si fa un gran cinema, che poi forse sarà giustificato, sul sentito dire.
Sorry, not in my name (tra parentesi: a me Horner sta simpatico come un crampo allo stomaco quando ho fame, ma segna un punto quando dice che non sta né in cielo né in terra che siano i concorrenti dei Bibitari ad esternare in materia, come se conoscessero informazioni fin qui mai ufficialmente divulgate. Nel diritto anglosassone, per una cosa del genere annullano i procedimenti).
Vado avanti.
Non sono innocentista. La mano sul fuoco per Chris Horner non ce la metto. Infatti, non sono neanche Muzio Scevola.
La Fia, sin dai tempi di Balestre, passando per Mosley e Todt, è sempre stata un monumento alla opacità.
Come è possibile che una revisione contabile su dati 2021 arrivi a ottobre 2022?
Chi ha scritto queste regole?
Chi le interpreta?
Persino la Agenzia delle Entrate sarebbe stata più rapida.
Era così impossibile individuare una agenzia specializzata in grado di vagliare numeri e spiegazioni tra dicembre e marzo?
Con tutti i soldi che muove la Formula Uno?
Ma andiamo, su.
Dopo di che, se i Bibitari hanno fatto i furbi e sono stati smascherati, pagheranno. Sulla base di prove certe e documentate, non perché Rocco Siffredi si alza e di botto scopre il fascino della castità (vedi alla voce Toto Wolff).
Infine, Binotto.
Conosco i miei polli: ormai si è creato un clima che prevede di addossare a Mattia la colpa nel caso in cui un asteroide cada sulla Terra.
Ma l’unico a lanciare, da subito, l’allarme sul budget cap e non improbabili manipolazioni è stato lui, lo sciagurato Mattia.