custom logo
La prima di Russell, il muretto FerrariLeo Turrini - 12 novembre 2022
  1. Giusto per irritare qualche mio amico di penna.
    Il primo successo Mercedes, sia pure in versione Sprint Race, l’ha firmato Russell.
    Ma tranquilli, Hamilton si rifarà nella gara vera.
    Adesso le cose serie.
    Condivido tutte le critiche al muretto Ferrari per le vicende del sabato. Senza sconfinare nel dileggio, che appartiene ai maleducati, è evidente da mesi che qualcosa non funziona.
    Personalizzare non mi interessa. Tra l’altro Binotto manca sta ad Interlagos. Quindi io rimango del mio parere.
    È una questione di organizzazione e di mentalità (e dunque si torna a Bin8, ci mancherebbe).
    Poi ci si può concentrare l’attenzione sul dito o sulla luna. Così come a mio giudizio il guaio Ferrari consiste anche nel drastico taglio di potenza del motore, conseguenza inevitabile delle troppe rotture.
    Gestione e affidabilità. Scusate se è poco.
    Due osservazioni ulteriori.
    Non esiste ipotizzare che a Maranello puntino a danneggiare Leclerc. È vero che è nota la storia del marito che si tagliava los cocones per far dispetto alla moglie fedifraga, ma a tutto c’è un limite.
    Quanto alle critiche mosse a Carletto, ho un aneddoto.
    Dopo Abu Dhabi 2010, mi capito’ di sostenere che Schumi, al posto di Alonso, non avrebbe ubbidito all’ordine di rientrare ricevuto dai box. E avrebbe vinto il titolo.
    Uno dei più grandi ingegneri di tutti i tempi invece mi spiegò che, con le tecnologie moderne e le informazioni disponibili ai box, ormai un pilota e’ costretto a fidarsi delle indicazioni che gli arrivano. Opporsi teoricamente ancora è possibile, da parte di chi guida. E talvolta capita pure (vedi Leclerc in Sauber, una volta). Ma è un rischio troppo grosso.
    Era mio zio Mauro Forghieri, il consulente che mi corresse.
    Non ho altro da aggiungere.