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La pole di Sainz, l’addio di MateschitzLeo Turrini - 22 ottobre 2022

La pole americana di Sainz è meravigliosa.
Peccato per il meno 10 di Leclerc in griglia, due Ferrari davanti al via sarebbero state un regalo.

Era dal 2004 che i sabati del Cavallino non erano così felici.

Poi viene la domenica, vabbè.
Saluto Dieter Mateschitz, spentosi dopo lunga malattia.
È stato un imprenditore di enorme successo, grazie a quella bevanda che io non ho mai (sul serio, sono tipo da Lambrusco) gustato.
Per la parte che qui ci interessa, sicuramente il personaggio ha fatto la storia della Formula Uno. Red Bull ha segnato un’epoca, in pista e ai box. Merito indiscutibile delle intuizioni di questo signore.
Sulle polemiche del presente, avrete apprezzato (si fa per dire) la versione di Chris Horner. A mio parere, non ha tutte le ragioni. Ma nemmeno tutti i torti, come lascia intendere l’amico Giancarlo Minardi nella conversazione che sotto riporto.
MINARDI DIXIT

“Così come è stato pensato e scritto, il budget cap in Formula Uno non serve. Anche perché se fai stilare le regole ai team, come è accaduto, ti infili in un labirinto senza vie d’uscita…”
“Immagino sia in corso una trattativa tra la Red Bull e la Fia per arrivare ad un patteggiamento -sospira l’ex costruttore di Faenza- Del resto è inevitabile, di fronte a norme così complesse”.
“Ovviamente non so come finirà So però che anni dissi ad un dirigente federale che il tetto alle spese mi sembrava inapplicabile. Mi si rispose che invece tutto sarebbe stato facilmente verificabile…”
“Beh, il principio potrebbe anche essere sano, però dal budget cap, per fare un esempio, sono esclusi gli ingaggi dei piloti. Ora, io ti assicuro che per una squadra fa una bella differenza, avere Hamilton o Mazepin nell’abitacolo”.
“Aggiungo che servirebbe un po’ di realismo. Almeno la metà dei team non arriverà mai a spendere quanto consentito, perché non ha i soldi che hanno i Big”.
“Eh, penso servirebbe un modello diverso di governance. Hanno appena deciso di lasciare a casa uno dei direttori di gara! In generale, mi ripeto, i team non dovrebbero essere coinvolti nella stesura delle regole, sportive o finanziarie che siano”.
“Infine ti dico che Sono contento, giusto ieri il quindicenne Kimi Antonelli ha vinto il titolo di Formula 4. Segnati il nome, questo ragazzo andrà lontano e sono sicuro che commenterai: per forza, si chiama Kimi…”