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La Germania di Schumi Jr e di SebLeo Turrini - 9 ottobre 2020

La nebbia sul Ring.

Schumi junior bloccato ai box. Sarà per un’altra volta.

La nebbia sul Ring.

La Aston Martin pagherà Vettel anche in azioni quotate in Borsa.

La nebbia sul Ring.

Binotto dice che se la Red Bull gli chiedesse il motore dal 2022, beh, lui glielo darebbe. Con buona pace di Sergio Marchionne.

La nebbia. In Germania. La lingua tedesca.

Ecco cosa ne pensa l’italianissimo ingegner Quattropalle, che in Germania vive e lavora da anni.

4BALLS SCRIPSIT.

Nebbia a parte, è venuto il momento dell’esordio di Mick Schumacher. Non al Ring. Forse ad Abu Dhabi, dicono.
Il ragazzo cala finalmente in questa strana Formula Uno odierna.
Chissà come se la caverá il figlio di Michael,  con il mito del padre ancora ben vivo. Un padre che io ho avuto la fortuna di conoscere.
Leggo qua e là che Mick avrebbe una curva di apprendimento in solida ascesa.  Vedremo, ma non mi illudo nė nutro attese. Personalmente il solo vederlo in F1 mi provoca un’emozione e riconcilia con l‘inesorabile trascorrere del tempo.
Il Nume (e compagno Segretario) mi chiede un impressione su come si viva in Germania l’attesa per l’esordio di Mick in F1 e di Seb in Aston.
E su quanto sia la Germania sensibile al tema F1.
La mia impressione è che l‘esordio del figlio d’arte (l’ennesimo, ma questo per noi è speciale!) e la nuova avventura di Vettel siano purtroppo destinati a rimanere nell’ombra perché arrivano in un momento sfortunato per due motivi, entrambi di stretta attualitá.
Anzitutto anche la Germania è immersa negli avvenimenti legati alla pandemia e l’attenzione di tutti è ovviamente rivolta ai problemi legati ad essa piú che agli eventi sportivi. Se a questo si aggiunge che, anche in tempi normali, qui di sport ci si occupa solo nel week end e con molto meno trasporto che da noi, si capisce come le vicende dei Nostri Eroi non trovino alla fine niente di più che una qualche eco su siti e riviste specializzati.
La seconda ragione si lega alla crescente crisi di identitá e di „futuro“ della massima serie dell’automobilismo da competizione. Fatta eccezione per uno zoccolo duro di irriducibili devoti al rombo del motore, in Germania la coscienza ambientalista è andata via via radicandosi nella società fino ad acquisire consapevolezza e forza politica tali da spingere la potentissima industria automobilistica tedesca ad iniziare irreversibilmente il processo di riconversione all’elettrico, indirizzandovi risorse ingentissime e lasciando briciole al settore dei motori tradizionali, condiderato ormai come residuale ed obsoleto.
Dato il contesto che si è descritto, è quindi comprensibile che si osservino gli avvenimenti della F1 con un certo distacco. Distacco che si mischia allo stupito disappunto (questo sì oggetto di regolare informazione nei telegiornali in occasione dei week end di gara) nel seguire il campione di casa Vettel, vittima delle ripetute disavventure sportive di una grande casa automobilistica.
Con conseguente aggiunta di divertita ironia (inevitabile quando ci siamo di mezzo noi italiani), che comunque non sfocia nel dileggio clamoroso (tipo quello di Crozza, per capirci).
Insomma i due esordi sarebbero stati anche qui in Teutonia e in tempi normali oggetto di un qualche interesse ma con l’aria che tira essi restano inevitabilmente nell’ombra di una crisi i cui esiti sono tutt‘ora assai incerti.
E non va bene, perchè qui basta solo pensare a nomi come Auto Union o Mercedes per far rimbombare la tradizione del Motorsport tedesco.
E invece, purtroppo…
Il nostro amico Domenicali avrá certamente ll suo bel daffare.
Che dire… AVGVRI.
O, dato che parliamo di Crante Cermagnia:
VIEL GLUCK, lieber Stefano.