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La Ferrari peggiore non sarà la prossimaLeo Turrini - 4 febbraio 2021

Sempre per ragioni che non è qui il caso di decifrare, mi è capitato tra le mani il modellino della Rossa del 2014.
Per intenderci, la prima ibrida. Quella di Alonso e Raikkonen. Una discreta ciofeca, candidabile al podio delle peggiori Ferrari da Gran Premio dal 1975 in poi. Macchina killer: fece fuori nell’ordine Domenicali, Montezemolo, Mattiacci, Tombazis, Pat Fry, il pierre Bisignani. Una strage.
Dovendo scegliere fior da fiore (faccio per dire, eh), io concentrerei la mia memoria sulle seguenti schifezze.
La monoposto del 1980. Quella dell’addio di Jody Scheckter. Indegna erede della gloriosa vettura del 1979. Il passaggio dalle stelle alle stalle fu repentino.
Unica consolazione, a parte il fatto che avevo vent’anni, ecco, la domenica se potevo mi dedicavo alle telecronache di Marietto Poltronieri per cercare di capire cosa diavolo si sarebbe inventato Villeneuve pur di sfuggire alla mediocrità delle retrovie.
Ah, Gilles! (E qui mi fermo, per non cadere nella trappolona del rimbambimento).
Poi per il top di gamma delle nefandezze tecnologiche credo sia inevitabile evocare il gioiello confezionato per celebrare degnamente i sacri misteri (del motorone sparito).
Sì, insomma, la Ferrari del 2020. Era Binotto/Colajanni.
E ti concedo il fuoco amico, e ti passo la spiata, e ammetto che con una power unit depotenziata al massimo vai a fare la spesa alla Esselunga, però, dai, ce ne voleva.
Non ha funzionato una beata mazza. Ci sono stati Gran Premi in cui chiunque fosse in coda a Leclerc lo saltava manco fosse un birillo da bowling.
Una pena.
Ma se proprio debbo nominare The Last and The Least, opto per la F92A. La Rossa di Alesi e Capelli.
Stavo in Messico, secondo atto della stagione. Mancava poco alla fine delle qualifiche ed entrambi i ferraristi rischiavano di non qualificarsi (o qualcosa del genere, se non ricordo male c’erano più di 26 macchine iscritte).
Poi Alesi fece decimo e Capelli ventesimo ma quello era un cancello, fidatevi.
Fu una stagione orrenda. E dire che all’atto della presentazione ci stropicciavamo todos gli occhi. Ah, che linee! Ah, un salto nel futuro! Ah, che geniali trovate aerodinamiche e bla bla bla.
Insomma, meglio volare bassi.
Comunque, dai, su con la vita.
La peggiore Ferrari non sarà la prossima.
Abbiamo già dato.