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La Ferrari e l’eredita’ (doppia) di MarchionneLeo Turrini - 21 agosto 2019

Ancora risposte alle vostre domande.

Ma quanti siete?!?

@adrianov. La Benetton 1994 fu riconosciuta “ex post”, cioè troppo tardi per sanzioni, in possesso di un dispositivo che consentiva in certe condizioni l’attivazione del traction control. Inoltre c’era una furbata sulla macchina per il rifornimento (vedi Gp Brasile94), tale da velocizzare i tempi del pieno rispetto ai concorrenti. È storia. Non bella, ma è storia.
@luca. Marchionne a Maranello ha commesso degli errori, certamente. Quando ancora non era malato, io scrivevo che stava imparando a fare il presidente della Ferrari. Lui si incazzava, non era abituato al giornalista impertinente. Ma credo mi volesse bene e credo che, se avesse avuto il tempo di completare l’apprendistato, sarebbe stato un grande presidente.
@boccardi. Veramente io alla fine dei test di Barcellona sostenni che Mercedes girava con betoniera attaccata al retrotreno. E lo stesso Binotto, nella conferenza finale post collaudi precampionato, dichiarò che davanti c’era sempre Hamilton. È bene essere onesti nelle ricostruzioni: qualcuno, anche miei amici di Clog, ha preso lucciole per lanterne. Not in my name. Io no (anche se non mi aspettavo un flop di tali dimensioni).
@mirko. Io ho guidato per diletto alcuni modelli Ferrari. Non conosco “al volante” i gioielli della Storia. Da autista, visto che presi parte (per meno di 200 km, eh!) anche alla staffetta del Giro del Mondo, adoro la F355.
@timetravel. Leclerc è ferrarista dentro, fidati. Poi, un pilota in carriera vuole vincere. Se Carletto venisse a trovarsi in una situazione alla Alesi, ovviamente la passione scemerebbe, ma questo è normale.
@barbieri. La Ferrari ha sviluppato soluzioni che credeva funzionali ad una macchina vincente. E si è sbagliata, fin qui.
@nuvolari. A te piacciono i viaggi nel tempo e i confronti impossibili! Comunque, sto al gioco: Prost-Mansell formavano un duo teoricamente da urlo ma non funzionò. Vettel-Leclerc stanno sotto, ma magari funzioneranno.
@zallon. Allora, durante il 2005, anno brutto per via delle gomme, Schumi si convinse che era vicino il momento dell’addio. Non dimenticare che nel 2004, a settimo titolo appena vinto, ebbe in test privati un incidente terrificante a Monza, senza immagini e senza testimoni. Si salvò per miracolo. Fu lui dunque ad indicare Kimi per la successione, a far data dal 2007. Nel 2006, gareggiando ancora, ebbe più di un ripensamento, ma non tale dal cancellare una decisione già presa. Non fu spinto verso l’uscita, ci si era incamminato da solo, sia pure tra mille, umanissime incertezze.
@mauro. La Ferrari non perde ormai da tredici anni a causa di un esoterico, misterioso, gigantesco complotto. Perde perché, di volta in volta, qualcuno è stato o è ancora più bravo. Sono le conseguenze di Internet, che peraltro tu stesso ben rappresenti. Tra il 1979 e il 2000, compresa l’era del web nascente, nessuno ipotizzava mostruose congiure. Perdevamo, noi ferraristi. Soffrivamo. E, lasciamelo dire con ironia, che non è una regione montuosa della Bulgaria come taluni frequentatori di casa mia purtroppo credono, ecco, non avevamo petulanti fans di Hamilton come te nei paraggi…
@giuliani. Mah, io immagino che in Ferrari conoscano sospensioni e relativi studi comprese possibilità di applicazione. Segreti militari nei box non ce ne sono, alla fine della fiera tutti sanno tutto di tutti.
@colo. Sono banale e mi scuso in anticipo. Io per il 2021 vorrei regole semplici, immediatamente comprensibili da parte del grande pubblico. Vorrei uno spettacolo più equilibrato e toglierei flussometro di benzina, motori contingentati e cambi pure, insomma guarderei anche al passato. Ma stai tranquillo, non lo faranno.
@snatcher. Non è il budget il problema della Ferrari da Gran Premio. I soldi ci sono sempre stati.
@luisa. Cara amica, extra sport a suo tempo ho scritto addirittura due libri su Lucio Battisti. Ne sto preparando un altro su argomento non…agonistico. Cerco storie che mi divertano, ormai io quello che faccio professionalmente lo faccio per passione, avendo la fortuna di potermelo permettere.
@manca. Per me Newey a Maranello non sarebbe venuto nemmeno se glielo avesse chiesto Marchionne, aveva già detto no, anni prima, a Montezemolo. Io non credo allo One Man Show, con John Barnard la Ferrari continuò a perdere. Vinse invece con una squadra (Todt-Brawn-Byrne-Schumi eccetera) e per me quello rimane il modello da seguire.
@anna M. Se le tue amiche pensano che la F1 sia tutta una grande truffa, beh, spiega loro che far recitare centinaia e centinaia di attori (organizzatori, ingegneri, piloti, meccanici, giornalisti ect) è un capolavoro di fiction che altro che il Trono di spade…
@riva. Guarda, citare tre piloti fortissimi mai diventati iridati dal 1950 in poi è esercizio cui posso dedicarmi solo dal 1975 in avanti, per il periodo precedente non ho gli strumenti…anagrafici. Quindi inevitabilmente dico: Gilles Villeneuve, Ronnie Peterson e Michele Alboreto.
@fullthrottle e Carlo 27. Grazie per le belle parole.
@pellicano. Come ho già detto in questa serie di risposte, in Ferrari io vorrei Stefano Domenicali presidente e ad. Poi ci penserebbe lui a scegliere il capo del reparto corse, anche confermando Binotto nel ruolo.
@giaroli. Ripeto, a Maranello serve una riorganizzazione top-down, dalla presidenza in giù. Poi potremo parlare anche delle singole pedine, una volta definito lo schema complessivo.
@rossoscuderia. Nel 2018 nessuno disse no a Ricciardo, che si era offerto e resta un signor pilota. Semplicemente, la Ferrari aveva deciso di puntare su Leclerc.
@giamps. Grazie del suggerimento, ma mica sono Enzo Ferrari! Nel 1976 il Drake pubblicò un delizioso libriccino dove si divertiva a fare le pulci ai giornalisti dell’epoca. È un piccolo capolavoro, ovviamente inimitabile.
@roli. Gran video, gentile opinionista a due ruote.
@emitozemi, valenti. Ciao fratelli e a presto.