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La F1 e la Guerra dei CloniLeo Turrini - 5 agosto 2020

Anche io sono un filo curioso di conoscere la sentenza Fia sul caso Racing Point-Mercedes.
Non che mi aspetti granché.
Ma insomma.
Anzi tutto, c’è una questione politica.
Quando la Ferrari (tra parentesi: secondo me, giustamente) propose di imitare il modello MotoGp, cioè la vendita ai team satelliti dell’intera vecchia monoposto, beh, si sentì sdegnosamente rispondere che in F1 i costruttori, tutti, piccoli o grandi, debbono manifestare la loro “creatività “.
Vedo, vedo.
C’è poi un aspetto che sommessamente definirei umoristico.
Possibile che alla Pantera Rosa sia bastato lo studio di semplici fotografie della Mercedes 2019?
Sul serio?
Dovremmo forse dedurre che a Maranello difettano persino di potentissimi teleobiettivi?
Cosa aspetta Le Revenant, alias Luca Colajanni, a munire Binotto di grandangoli?
Ho un cugino che sa tutto di istantanee, se del caso lo chiamo io.
Ultima cosa.
In Mercedes hanno addirittura fatto i complimenti ai clonatori.
Lord Grievous, o come diavolo si scrive, forse lavora a Brackley.
Ps. Permettetemi due ricordi personali.
Ho incontrato Tino Brambilla quando era già molto anziano. Fu lui a consegnarmi il premio intitolato a suo fratello Vittorio. Mi affascinò con i racconti di un mondo che non c’è più.
Quando, ormai quasi venti anni fa, pubblicai la mia fortunata biografia di Enzo Ferrari, mi arrivò un bigliettino scritto a mano.
Testo: “Grazie e complimenti ad un giovane che mi è molto caro”.
La firma era quella di Sergio Zavoli.
A lui, straordinario maestro di giornalismo, la mia riconoscenza.