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Il primo vagito della bambina FerrariLeo Turrini - 31 gennaio 2019

A proposito del rumore Ferrari.
Mi fa piacere che l’abbiano fatto sentire nel giorno di San Geminiano, che è il patrono di Modena e a lui era intitolata la prima banca che, quasi un secolo fa, prestò i quattrini al giovane Drake per permettergli di avviare la Scuderia.
Inoltre è carina la coincidenza con la illustrazione dei dati di bilancio della azienda (molto buoni). Io sono tra quelli che reputano imprescindibile il collegamento tra fabbrica di auto di lusso e corse.
Quando verrà meno questo vincolo, la leggenda Ferrari apparterrà purtroppo alla memoria. E speriamo non accada mai.
Tornando al rumore.
Anche io, come non pochi tra voi, ho nostalgia del tuono.
Mi ricordo i turbo del 1985 a Imola. Quando venivano accesi nei garage, la piccola tribuna stampa tremava, letteralmente.
Era un momento magico.
E poi rammento il ronzio che mi lasciava nelle orecchie il dodici cilindri della Ferrari, dal 1989 in poi.
È un mondo che non c’e più e che non tornerà.
Può non piacere, ma alla mia venerabile età io sono d’accordo con quel tizio che una volta disse: non vivo di nostalgia, vivo di passione.
E oggi la passione si identifica con il primo vagito della nuova Ferrari.