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Il Muretto Rosso visto dall’ing.MazzolaLeo Turrini - 30 maggio 2019

Dopo aver incrociato al Montana Vettel e Rory Byrne, ho pensato cose che preferisco tenere per me.

Rendo invece pubblica una riflessione dell’ingegner Luigi Mazzola sullo stato dell’arte al Muretto Rosso, a maggior ragione dopo l’infelice sabato monegasco.

Grazie Gigione, come sempre.

MAZZOLA SCRIPSIT

 

Carissimi Clog vari, volevo fare alcune considerazioni sulla differenza tra l’organizzazione di pista ai tempi degli anni con Michael e quella attuale.
Devo dire che conosco molto bene quella del passato, meno bene quella attuale però posso basarmi sulle persone presenti in pista e cercare di trarne spunto.
Una delle novità che Marchionne, attraverso anche Mattia Binotto, ha introdotto è stata la famosa organizzazione orizzontale basandola su persone che venivano dalla gestione industriale e sulla promozione di persone della seconda linea della gestione sportiva. Molti tecnici esperti sono stati allontanati, anche ultimamente e mi riferisco all’amico Alessandro Cinelli che è stato con me in squadra test per approdare poi in squadra gara con Ross Brawn quale responsabile dell’aerodinamica in pista, facendo spazio a giovani promettenti.
Sono assolutamente d’accordo per una organizzazione orizzontale in sede sia al livello progettuale che quello produttivo ma non lo sono per quella di pista.
Per oltre dieci anni, da quando in Ferrari avevamo istituito la squadra test (1995-2008), uno dei miei compiti è stato quello di preparare meccanici, tecnici e tutte le figure importanti di pista in modo che potessero essere all’altezza del ruolo futuro in gara. Per fare qualche nome tra queste figure risultavano i tecnici: Atzori, Binotto, Stella, Salvi, Smedley, Ioverno, Cinelli, lloyd, Spagnolo, Togninalli, Cantoni ecc ecc.
La struttura gara deve essere fatta con persone competenti nei propri ruoli e deve essere alquanto gerarchica. In certe occasioni c’e’ poco tempo per decidere e il tempo perso per confronti di idee di una struttura orizzontale può diventare un reale problema. Una struttura orizzontale potrebbe essere fatta anche da persone meno esperte, che sia questo il motivo che ha spinto Marchionne ?, ma una gerarchica direi proprio di no.
Ai miei tempi, dove c’erano due attività di pista separate, c’era Ross a capo della struttura gara e che era anche il Direttore Tecnico ed il sottoscritto a capo della struttura test. Due persone che erano in grado, grazie alla loro esperienza, di capire al volo la situazione di quel momento in pista, attraverso l’osservazione degli occhi del pilota, delle due parole che stava dicendo, di due dati di telemetria e dei laptime rispetto la concorrenza. Al di sotto di queste due figure c’erano gli ingegneri di pista che avevano la piena responsabilità della loro vettura/pilota. Decidevano l’assetto, il programma della giornata, l’utilizzo delle gomme, la quantità di benzina che doveva essere presente in vettura, davano disposizioni all’ingegnere veicolista, all’ingegnere motorista (all’epoca uno di questi è stato anche Binotto), all’ingegnere cambista ed a quello elettronico di come doveva essere settata la vettura in base al programma stabilito.
Ora mi risulta che gli ingegneri di pista hanno demandato molto delle loro decisioni e capacità ad altre figure tecniche mettendosi in definitiva allo stesso piano decisionale. Ora se tutto va bene e se si ha la vettura più veloce questo tipo di organizzazione potrebbe anche per qualche motivo funzionare, ma al primo problema dove si deve prendere una decisione in breve tempo questa struttura potrebbe essere poco efficace. La cosa si aggrava ancora di più quando poi si hanno persone con poca esperienza.
Ora capite che la situazione di totale imbarazzo che si è verificata a Montecarlo in Q1 con Leclerc era abbastanza difficile che potesse capitare nel passato, così come l’indecisione di prese di decisioni che sono avvenute in gara quest’anno.
Il Direttore tecnico deve essere una persone con tanta esperienza di pista, che abbia lavorato insieme ai piloti, che abbia capito e risolto problemi di performance della vettura e che il pilota ne abbia giovato, che abbia autorevolezza ed autorità. L’autorevolezza nasce dalla sua capacità di coinvolgere, di emozionarsi e di emozionare e si alimenta con la capacità di risolvere situazioni problematiche. L’autorità nasce dalla sua competenza espressa in anni di pista e dalla capacità di prendere decisioni, magari anche giuste (aiuta sempre !).
Un ultimo aspetto di notevole importanza è la capacità della struttura gara, ed una volta anche della struttura test, attraverso i risultati, le indicazioni dei piloti e delle analisi dei dati, di indirizzare lo sviluppo della performance della vettura. È chiaro che un gruppo esperto e ben gestito possa essere molto efficace in questo tipo di lavoro.
Non ho idea di come Binotto in qualità di Team Principal e di Direttore Tecnico si stia muovendo per avere quella organizzazione efficace necessaria per competere per la vittoria, l’unica cosa che posso dire è fargli i miei più grandi auguri perché abbiamo bisogno di una Ferrari vincente come lo è stata diverse volte nel passato.
Sempre forza Ferrari e sempre forza alle persone che lavorano in Ferrari.

un caro saluto a tutti
Luigi