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Il Motomondiale non è più di moda?Leo Turrini - 3 giugno 2022

Mentre a Montecarlo capitava quello che è ahimè capitato, praticamente in contemporanea al Mugello gli spalti restavano malinconicamente semi deserti.

Il Motomondiale in Italia esisteva nell’immaginario collettivo solo perché c’era Rossi? Come è possibile che una generazione di nuovi campioni anche vincenti (vedi Bagnaia) , in un tripudio di tecnologia italiana (vedi Ducati e Aprilia),  lasci il popolo indifferente?

Chi sta sbagliando?

Ecco la risposta del nostro delirante opinionista su due ruote, il mitico Roli.

Buon week end a tutte e a tutti.

ROLI SCRIPSIT

Al Mugello si dorme.

Sono lontani gli echi delle folle oceaniche che invadevano la conca toscana fino all’anno passato, l’ultima gara disputata domenica scorsa, in concomitanza del Gp di Montecarlo di F1, ha visto gli spalti deserti e non solo, sono quasi totalmente spariti i “malati” che affollavano già dal giovedì sera le rive tra la curva Poggiosecco e la Casanova-Savelli.
Il Mugello è passato da villaggio turistico con annesso luna park del motore ad asettico contenitore di una corsa qualsiasi del Campionato Mondiale di Motociclismo.
Incredibile ma è un film già visto…”e se spariscono gli Eroi poi si girano gli eserciti”….
L’eroe vestito di Giallo non combatte più e stavolta il suo esercito non era presente, nemmeno per vedere la cerimonia per il ritiro del numero 46 celebrato nella giornata di sabato, forse ce n’erano di più la sera ad Imola al concerto dell’amico Vasco Rossi.
Film già visto dicevo, dal 1987 al 1997 l’ ”esercito” seguiva Alberto Tomba su ogni pista e su ogni canale televisivo poi il buio.
Ci sono altre variabili che non si possono ignorare, all’estero gli eventi in pista sono ancora affollati, sicuramente la situazione economica italiana attuale non aiuta ma più di questo è l’asetticità del paddock, dei box e l’impossibiltà di avvicinare i personaggi e condividerne l’aria.
Non ci sono gare di contorno, quelle che a fine anni’80 farcivano l’agenda dalle 8 di mattina a dopo la classe regina,in una di queste corse io personalmente ho calcato l’asfalto condividendolo con Shwantz, Rayney, Cadalora, Doohan…non ero nessuno ma ero un Re.
Questo portava un ingrediente assolutamente necessario, la passione.
Una passione che va svanendo nei fatti anche se mai come ora abbiamo in pista un gran numero di giovani promettenti in ogni categoria, gli appassionati di motociclismo sono sempre stati pochi, a questi si affiancavano i tifosi, croce e delizia.
Delizia per organizzatori e venditori di merchandising ma croce pesantissima quando, aizzati da “giornalai” senza scrupoli e senza avere coscienza di quanto difficile sia condurre una motocicletta da corsa, hanno messo in scena penose esibizioni pur senza arrivare agli estremi calcistici.
Renzo Arbore soleva dire “meno siamo meglio stiamo” e potrei anche essere d’accordo ma bisogna ripartire da una sana passione e mettendo lo sport davanti al resto, il posto dei “tifosi” dovrebbe essere preso dalle famiglie e dagli amici dei Piloti in gara ed è per questo che le gare di contorno per me sono la chiave.
Il Motociclismo non è la F1, per fortuna o per inarrivabile appeal, la Ducati non è la Ferrari (anche se ci accomuna la tendenza a voler perdere mondiali per forza), la Honda ha perso il suo Achille e nonostante le ali sul serbatoio non vola più, la Yamaha nonostante abbia forse il miglior pilota in pista non è la moto che guidava Rossi da Welkom in poi, la Suzuki è in disarmo e si ritirerà a fine stagione e l’Aprilia…eh la mia Aprilia ha pochissimi sostenitori nonostante una storia gloriosa.
“Mala tempora currunt” amici miei ma basterebbe così poco…meno monopattini e più piaggio ciao sulle strade in attesa di un nuovo Eroe che prima o poi arriverà ed allora insieme ai giri dei motori aumenterà il battito dei cuori…all’unisono.