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Hamilton-Raikkonen, trionfa il vintageLeo Turrini - 24 marzo 2018

Tanto, che te lo dico a fare? (cit. Al Pacino).

Sinceramente, come pure avevo cercato di far capire qui e altrove, io, da ferrarista, temevo pure peggio.

Nel senso che c’erano indicazioni che lasciavano sospettare una Red Bull davanti alle Rosse in modalità qualifica.

Invece così non è stato.

Una prima fila Hamilton-Raikkonen fa molto 2007/2008. Diciamo che è una soluzione vintage.

E io adoro il vintage, per ovvie ragioni anagrafiche.

Sul Re Nero e sul suo talento, mi sono espresso molto, molto tempo fa.

E’ lecito trovare detestabili i suoi atteggiamenti fuori pista, compresi quelli del sabato di Melbourne.

Ma è grottesco discuterlo come pilota. E’ un grandissimo manico. Se non vi fidate di me, fidatevi di Rosberg, che pure negandogli un mondiale ha macchiato la…fedina iridata di Lewis.

Tra l’altro (e ho già scritto anche questo), per chi tifa Vettel è autolesionistico asserire che Hamilton è solo un tizio fortunato protetto nelle alte sfere e bla bla bla.

Fosse così, in cosa consisterebbe la grandezza di Seb quando finalmente lo batterà?

Lascio ai detrattori (del Nero) un appiglio da oggi le comiche. Se Hamilton stacca di meno di sette decimi un driver notoriamente bollito come Kimi, appunto, che campione è?

Consolatevi così, se vi va.

In ottica gara, consiglio di tenere d’occhio la corsa di Bottas. Parte molto indietro. Se va sul podio, al netto di carambole altrui, cioè se va sul podio sorpassando le due Red Bull e almeno una Ferrari, beh, allora significa che la Mercedes è di un altro pianeta, autista a parte.

Dopo di che, questa era solo la prima caccia alla pole in una stagione che di Gran Premi ne prevede ventuno.

Prima di scommettere che tra diciotto mesi Binotto lavorerà in Mercedes suggerisco di aspettare.

Ps. Spazio sotto per chi volesse vivere qui la battaglia di Melbourne.