Mi chiedono fino a che punto siano credibili le ipotesi di abbandono buttate lì da Lewis Hamilton.
Ovviamente posso formulare soltanto delle supposizioni.
Parto da una confidenza del mio amico Aldo Costa. Lui il Re 4.0 lo conosce benissimo. “Non ci credo voglia smettere -mi ha spiegato il dt della Dall’Ara- E non per stratosferici nuovi record da conquistare! Lui ama troppo guidare e guidare al limite. Non ha perso un filo del suo entusiasmo”.
E sia. Allora?
Allora, può essere che Hamilton non sia convinto dai progetti a medio termine di Mercedes.
Sono ormai molto (troppo?) insistenti le voci su un disimpegno di Stoccarda a fine 2021. Anche Daimler Benz sta puntando forte sulla mobilità compatibile (vedi Honda). Le stesse incertezze di Toto Wolff si legano a questa problematica. Se Mercedes restasse solo come fornitore di power unit, tante dinamiche cambierebbero. Non per caso, quando è stato rinnovato il patto della Concordia, Stoccarda ha voluto fosse inserita la clausola dell’addio senza penali.
Tutte queste cose, Lewis le sa. Sa anche che conquistare l’ultimo record (l’ottavo mondiale, fra dodici mesi), beh, purtroppo è quasi una formalità, dico purtroppo per un ferrarista come me.
Facciamo che il personaggio è a un bivio. Ma in una situazione comunque win-win, per lui.
Se stacca la spina, un minuto dopo inizierebbe il can-can su chi offre di più per riaverlo in pista nel 2022. Già me lo vedo John Elkann che…
Se firma il rinnovo (anche per un anno solo) si garantisce una permanenza al top che, malinconicamente, non vedo chi possa supporre di intaccare.
Staremo a vedere.
Hamilton e il bivio win-win