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Ferrari, tutti gli uomini e i timori del 2020Leo Turrini - 30 dicembre 2019

Buona fine e miglior principio.
Allora, essendo questo un luogo dedicato a pulsioni marcatamente ferrariste!, ecco chi sono gli uomini da cui dipenderanno gioie e delusioni targate 2020.
CAMILLERI. Ho già detto che a me il rubizzo ad nemmeno dispiace. Devo ancora capire bene se ha capito bene dov’è, ma val la pena provarci.
BINOTTO. Gronda bonomìa da tutti gli artigli. Sa cosa vuole e ama la causa, gli converrebbe valorizzare meglio i collaboratori più competenti, solo che talvolta ha paura anche della sua ombra e questo non va bene.
ROSATO. Inteso come Ginone, l’Highlander del Cavallino, l’ultimo immortale tipo Ciro di Gomorra, sopravvissuto a qualunque purga. Intoccabile ministro degli Esteri della Rossa e per fortuna, aggiungo io.
CARDILE-SANCHEZ-RESTA. Il trio che ha in mano il progetto della monoposto 2020. Poiché la power unit di Fraboni e Zimmermann non è un problema, dipende tutto da loro. Penso non sarebbe male ascoltare un po’ di più Resta, a maggior ragione dopo gli ultimi non esiti non entusiasmanti al simulatore e in galleria del vento. Ma io, notoriamente, penso sempre male.
TONINALLI. Non è un refuso, non sto citando l’ex ministro Toninelli, maestro delle gaffes. L’ingegner Matteo TONINALLI non lo conosce nessuno ma è il vero braccio destro di Binotto. Decisivo, nel bene e nel male.
MEKIES. Direttore sportivo, più o meno. È molto bravo, ma citando Chandok nel ricorso pro Vettel per il Canada ha beccato la classica buccia di banana. Non sarebbe male coinvolgerlo di più sulle strategie.
RUEDA. Appunto, l’uomo delle “chiamate” a gara in corso. Perennemente in bilico tra la patente di genio e l’etichetta di fesso. Potrebbe andar bene una via di mezzo.
SILVIA. La pierre della Scuderia. Erede di Colajanni, Bisignani, Antonini. Talvolta mal consigliata, comunque meglio di taluni predecessori. Meriterebbe di scrivere il messaggio della vittoria finale e mondiale. Forse nel 2021, forse.
VETTEL. Incazzato nero per tanti motivi, tipo “io gioco perché porto il pallone”. Ci farà divertire e allacciate le cinture, Sebastian (stop) è vivo e lotta insieme a tutti i troll.
LECLERC. Ormai Carletto ha in mente solo Hamilton e c’è da capirlo, sia in tema 2020 che in prospettiva 2021. Qualcuno potrebbe gentilmente prestargli il numero di cellulare di John Elkann, per suggerirgli di evitare eccetera? Ah, sì, io: allora, 335 667…
Happy new year, girls and boys.