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Ferrari SF90, le mie pagelleLeo Turrini - 16 febbraio 2019
  1. Allora, eccomi qua.
    Adrenalina a mille.
    Debutto imminente. 100 km di filming day nella domenica del villaggio. E lunedì la partita comincia, a Barcellona.
    Ringrazio chiunque abbia approfittato di questo ameno luogo per esprimere opinioni, commenti, desideri, sogni.
    Sono molto stanco ma faccio il mestiere più bello del mondo, davvero.
    E quelle che seguono sono le mie pagelle sulla SF90 (diciamolo, la sigla è proprio bella, almeno per chi ama la memoria.
    L’AUTO, Sv, cioè senza voto. Voglio provare a spiegarmi bene, perché ormai mi sono reso conto che ogni mia presa di posizione viene vivisezionata al microscopio (ringrazio per l’attenzione, ma non sono così importante, sono soltanto un vecchio ragazzo di periferia, anche sul rincoglionito andante).
    Dico macchina senza voto per la ovvia ragione che una vettura la puoi giudicare esclusivamente sulla base del responso cronometrico. Quindi aspetto. Fiduciosamente, perché amo l’ottimismo. Ma non me la sento, non me la sono mai sentita!, di formulare pronostici a ruote ferme. Tutto lì.
    ESTETICA, 6. Qui il parere è totalmente soggettivo. Avevo scritto che l’avevo vista e non mi piaceva, è una questione di gusti e stop. Esempio il colore, il rosso opaco. Ho già narrato altrove che è una genialata da vernice, però il mio occhio preferiva il rosso vivo, forse perché il mio vicino di casa Angelo Bertoli cantava che Rosso è il colore dell’amore. Ma sono impressioni, tu falla vincere e vedrai che la troverò bellissima.
    MAURIZIO ARRIVABENE-ALBERTO ANTONINI, np. Cioè non pervenuti, come la temperatura di Ulan Bator al bollettino meteo.
    SEB VETTEL, 8. Boh, a me sembra motivatissimo. Questa tendenza a farlo passare per rimba me lo rende particolarmente caro. Spero zittisca in pista i detrattori in servizio permanente effettivo.
    JOHN ELKANN, 6+. Ammettiamolo: la trovata dei berrettini sembrava uscita dal cilindro del fratello Lapo. Una botta di vita per un presidente che suscita empatia quanto una sogliola ibernata nel Mare del Nord. Facciamo che ha ampi margini di miglioramento (se a fine stagione si fa fotografare con parrucca Rossa per celebrare il mondiale vinto giuro che gli offro un bicchiere di lambrusco).
    STEFANO LAI, 10. Voi non lo conoscete e non è grave, comunque è il capo della comunicazione Ferrari dal 2008 o giù di lì e adesso ha anche l’interim del reparto corse. Io gli sto simpatico come un gatto attaccato a los cocones ma mi costa zero scrivere che coreograficamente lo show della presentazione mi è piaciuto e non era facile dopo tanti casini ed era tutta farina del suo sacco (lo show, mica i casini, eh).
    CAMILLERI, 7-. L’Ufo di Maranello sta finalmente entrando nei radar. Non è comodo subentrare a uno come Marchionne (per tacer di Montezemolo). Ha il vantaggio di esserne consapevole e non insegue le luci della ribalta. Profilo che mi incuriosisce: è stato coraggioso quando ha scelto Binotto. Chissà, potrebbe rivelarsi una sorpresa positiva.
    WANDA NARA, 0. Non c’entra una beata mazza ma, cippa lippa, sono interista e da giorni mi interpellano sulle gesta eroiche di costei. Mandatela in Formula E, grazie.
    BINOTTO, 8. Non so quanti ci abbiano fatto caso: quando ha fatto una carezza alla macchina, pareva dire questa è mia figlia. Si gioca tantissimo ma ha le spalle robuste. Sui piloti ha detto quello che doveva. Cioè fatemi capire: ha Vettel in casa e un quasi debuttante, poteva proclamare che stanno, in teoria, sullo stesso livello? Non esiste, poi se Carletto dovesse andare più forte starebbe davanti e Mattia anche questo ha detto, solo che ovviamente ci hanno fatto caso in pochi. Il punto è che l’ambiente è intossicato. Poiché un anno fa Kimi (10, ma solo perché non si può dare 11) è andato forte almeno quanto Seb, gli odiatori di KR7 che potevano fare, se non concludere che Vettel è alla frutta? Un simile modo di ragionare non merita commento e Binotto con le sue frasi ha lasciato intendere di non avere abboccato. E meno male.
    LECLERC, 8. Più intelligente lui di gente che ha attorno. Se va forte come immagino, ci farà divertire.
    MICK SCHUMACHER, 10. Bello che fosse lì. Thank you, silence (cit.)
    PIERO FERRARI, 10 e lode. Basta che ci sia. Lo vedo e mi rassicuro, poi fra cento anni arriverà suo nipote Enzo, che già lavora in azienda. E fin quando ci sarà questo filo la Ferrari resterà la Ferrari.