custom logo
Ferrari, il lancio dell’ave Maria (Mendoza)Leo Turrini - 27 marzo 2019

Ah, guarda, era un problema di guarnizione della testata, dice uno con l’aria di chi la sa lunga.
Ma figurati, risponde un altro presunto bene informato. Avevano paura di rompere gli scarichi.
E insomma stiamo arrivando tra le dune del Bahrein e il mio amichetto Binotto parla di correzioni apportate e la Ferrari rimane un mistero avvolto nell’enigma.
Ahi Maria! Mi pare tocchi a te garantire la soluzione del rebus.
Maria Mendoza è una straordinaria professionista dell’automotive. Dopo una brillante esperienza in Fiat Chrysler, il presidente Sergio Marchionne, nell’autinno del 2017, la volle in Ferrari.
Ad occuparsi, direbbero quelli bravi, di processi gestionali.
Da qualche giorno Maria ha assunto la piena responsabilità del controllo qualità all’interno del reparto corse.
Ahi Maria, chi mi manca sei tu! (Cit. Rino Gaetano).
La debacle di Melbourne non c’entra, anche se la nomina di Maria è datata 20 marzo, tre giorni dopo il trionfo di Spartaco, inteso come Bottas, e tre giorni dopo il sorpasso della Red Bull motorizzata Honda di Verstappen sulla SF90 di Vettel.
Aaaargggghhhhh!
Facciamo che siamo in buone mani: Maria Mendoza ha un cognome che ti fa venire in mente Zorro, il ministro degli Esteri del Cavallino ai box, Ginone Rosato, per quanto dimagrito è ancora troppo robusto per i panni di Don Diego de La Vega, ruolo che potremmo invece assegnare a Carletto Leclerc.
Forza Maria, allora. Il controllo di qualità è un elemento decisivo, se davvero erano stati timori di inaffidabilità a generare la delusione australiana. Le correzioni di cui ha parlato Harry Potter, alias Binotto Mattia, dovrebbero appunto consentire di uscire dal tunnel.
Non starò qui a ripetere quanto sia importante l’esito della trasferta nel deserto. Persino più a livello psicologico che pratico. Una Ferrari in grado di giocarsela restituirebbe fiducia ad un ambiente che non merita di andare in depressione.
Accidenti, sarebbe troppo presto.