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F1, un altro mondiale da raccontareLeo Turrini - 4 aprile 2020

Spero tutti bene.
Ringrazio quanti hanno manifestato apprezzamento per la mia (verbosa!) ricostruzione dei fantasmagorici eventi del 1999 in Formula Uno.
Noto con malinconico divertimento la permanenza in loco di taluni citrulli sempre pronti ad attribuirmi cose che NON ho scritto.
Ma è un buon segno. Ci dobbiamo salvare tutti, imbecilli compresi (a scanso di equivoci, un imbecille resta tale anche in tempi di pandemia, anzi, deve aumentare il nostro tasso di misericordia compassionevole!).
So che alcuni amici sollecitano un altro viaggio nella memoria di me medesimo.
Bene.
Tenete presente che io ho iniziato a frequentare sporadicamente i Gran Premi nel 1985 e poi in pianta stabile dal 1989.
Quindi ci sono storie fantastiche e tragiche (il 1976 e il 1982, per dire) che conosco “de relato”, cioè sulla base di testimonianze, autorevolissime!, dei protagonisti. Ma io, appunto, non c’ero, ero un ragazzo, stavo ai margini del grande fiume della leggenda.
Un conto è conoscere la storia per averla studiata con i “maestri” giusti (e li ho avuti e sempre li ringrazio). Altra cosa essere stato presente.
Come sempre, uno NON vale uno (e credo proprio che la maledizione del virus abbia fatto giustizia di formidabili idiozie che pretendevano di ignorare le competenze in materie ben più importanti della F1, ma il principio è lo stesso).
Quindi, scegliete voi.
Il 1990?
Il 2007?
Il 1997?
Il 1982 (con i limiti cui ho accennato)?
Quello che vi pare.
Sarà mia cura leggere le vostre indicazioni, con annessa motivazione.
Grazie.