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Enzo Ferrari, Pigna e una cravattaLeo Turrini - 21 novembre 2020

Commemorando la scomparsa del mio amico Alfredo Pigna, spentosi a 94 anni, mi è tornato in mente un rarissimo libriccino scritto da Enzo Ferrari.
Eravamo negli Anni Settanta e il Vecchio decise di prendersi una sfiziosa rivincita su chi abitualmente narrava le sue imprese, le sue vittorie, le sue sconfitte.
I giornalisti.
L’opera non venne destinata al commercio, anche se qualche copia circolò al di fuori dei destinatari (e infatti io ne possiedo una e non sono il solo).
Si intitola “Il Flobert” e in pratica rappresenta la giocosa, talvolta anche aspra!, trasformazione dell’imputato in giudice.
Il Drake era un genio anche in queste piccole cose!
Certo era aiutato dai tempi. Pensate se oggi un John Elkann, absit iniuria verbis ma il ruolo è quello, dedicasse una fatica letteraria ai critici contemporanei.
Non se lo potrebbe permettere, io credo. Dopo due minuti i contenuti del suo sfogo sarebbero in Rete, scoppierebbe un putiferio mediatico e bla bla bla.
Ma Ferrari apparteneva ad un’altra epoca, non so dire se migliore o peggiore, fate voi.
Per descrivere sommariamente il tipo, racconterò quanto segue.
Dal Flobert era passata una decina d’anni e in quelle pagine io, al tempo liceale, ovviamente non c’ero.
Ma c’ero al Gran Premio di San Marino del 1985. Il sabato sulla domenica, essendo andati male in qualifica Alboreto e Johansson (che debuttava sulla Rossa), beh, scrissi un articolo molto severo.
La mattina della corsa lì a Imola il mitico Franco Gozzi mi disse che il Vecchio aveva letto e si era dispiaciuto.
Risposi che le mie povere righe erano il lamento di un ferrarista afflitto. Uno che voleva bene al Drake.
La gara non andò meglio.
Il lunedì mattina ero a casa, stavo preparando uno degli ultimi esami prima della laurea in giurisprudenza.
Suonano alla porta.
È l’autista di Enzo.
Questo è per lei, mi dice consegnandomi un pacchetto.
Lo apro.
Cravatta della Ferrari con lo stemma del Cavallino.
Biglietto di accompagnamento, vergato dal leggendario inchiostro viola.
Testo.
“Se davvero mi vuole bene, la indossi. Se non è vero che mi vuole bene, ci si impicchi pure”.
Come facevi a non adorare quell’uomo?
Ps. Per la cronaca, il Flobert fece arrabbiare il mio amico Pigna. Nelle pagine a lui dedicate, il Vecchio scherzando (?) affermava che dei servizi Tv di Alfredo la cosa che apprezzava di più erano i sottofondi musicali…
Poi si spiegarono, in qualche maniera. Del resto, Ferrari dovevi prenderlo così. Tutto intero.