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Donna Ferrari e i suoi (tre) maritiLeo Turrini - 25 giugno 2018

Proverò a mettere ordine tra i miei pensieri post Francia, naturalmente pochi e confusi.
Donna Ferrari e i suoi (tre) piloti.
Su Vettel.
Allora, trovo molto divertente l’idea, puntualmente affiorata qua e là, di mettere Seb sotto processo per l’autogol del Paul Ricard.
L’errore c’è stato, è stato riconosciuto subito dal diretto interessato e la sua onestà intellettuale merita rispetto, altro che dire che no, non ha sbagliato, eccetera.
Da qui a sostenere che Vettel non sa gestire la pressione, insomma, farò di nuovo il reduce trombone ma nell’estate del 2000 c’ero, Schumi canno’ due partenze di seguito, proprio Austria e Germania se ben ricordo e giù a sentenziare (non io, eh) che Michael non reggeva la tensione, che non ce l’avrebbe mai fatta a vincere con la Ferrari e bla bla bla.
Non è cambiato nulla, a parte il web che funge da moltiplicatore.
Trovo poi oltraggiose le parole di Hamilton e Verstappen sul conto del collega ferrarista. Capisco la strategia (a loro conviene far passare il messaggio che Vettel è uno sregolato incapace di controllarsi) ma detesto l’ipocrisia. L’olandese poi dovrebbe comprendere che 3 (tre) Gp vinti non valgono 4 (quattro) mondiali vinti. E in materia di botti, qui siamo al bue che dà del cornuto all’asino.
Su Raikkonen.
Il pregiudizio è più forte di qualunque ragionamento. Chiaro che deve migliorare il rendimento in qualifica. Ma in gara ha due zeri non per colpa sua (meccanico e motore). Facciamo che in entrambe le circostanze, essendo un pippone, più di quinto non avrebbe fatto. Ok: sono venti punti in più. Come starebbe piazzato in classifica? Terzo o quarto, a quota 103 o giù di lì. In una squadra che ha Vettel come faro e come leader indiscusso. Se questo è un disastro, io sono Bruce Springsteen (e mi piacerebbe pure).
Tutto questo per dire che è normale pensare al congedo, io ho scritto sette mesi fa che se la Ferrari crede in Leclerc (e ci credo anche io) fa bene a cambiare per il 2019. Non c’è motivo per essere ostili, spiegai allora.
Ma dire che un altro pilota, nel 2018, con Hamilton in Mercedes e Vettel in Ferrari, sarebbe più su del terzo posto in classifica non è solo una balla da web.
E’ una barzelletta raccontata male.
Infine, su Leclerc.
Fin quando stai in Alfa Sauber e fai un dritto e perdi punti, nessuno ti dice nada e anzi siamo tutti qui, io per primo, ad elogiarti.
Fallo con la Ferrari, magari due volte, e poi vedi cosa ti arriva addosso.
Basta sapere questo e siamo d’accordo su tutto.