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Crisi Ferrari, se io fossi CamilleriLeo Turrini - 9 ottobre 2018

Ho trovato bello l’intervento Instagram di Hamilton pro Vettel. Mi fa piacere prendere atto di non essere l’unico a considerare ancora e sempre Seb un grande campione. Ciò non significa tacerne gli errori in corso d’opera. Ci sono stati. Ma asserire che la Ferrari abbia perso l’ennesimo mondiale per esclusiva colpa del pilota tedesco, via, è una scempiaggine.
Se io fossi Camilleri (astenersi facili ironie) nel libro che verrà farei continuare l’amore segreto di Montalbano.
No, a parte gli scherzi.
Se io fossi Camilleri, quello di Maranello, ripeterei in privato a Vettel le cose dette in pubblico a Monza: tu sei il nostro Cristiano Ronaldo (anche qui, evitare riferimenti a tristissime ipotesi di cronaca. Nera).
Se io fossi Camilleri, direi al presidente John Elkann che se al reparto corse servono risorse aggiuntive vanno stanziate. Non so se Elkann se ne renda conto, ma i numeri uno Ferrari ad aver vinto mondiali sono due, il Drake e Montezemolo. Capisce il presidente quanto sarebbe significativo diventare lui il terzo?
Se io fossi Camilleri, convocherei il team principal e il direttore tecnico in una stanza, davanti ad una gjgantografia di Jean Todt e Ross Brawn. Poi mi limiterei a spiegare ad entrambi che quelli sono i modelli da imitare, perché è assurdo imbattersi ovunque in resoconti di disagi relazionali intollerabili. Forse Marchionne pensava che un team principal non è determinante e certamente si sbagliava, a patto che Tp e dt condividano strategie, obiettivi, spiegazioni. In assenza di intese, scegliere con nettezza.
Se io fossi Camilleri, pretenderei dal potere federale una trasparenza non sempre riscontrata. Non mi iscrivo al partito che la Mercedes vince perché ruba, chi crede a cose del genere ovviamente ha sbagliato blog. E insulta Marchionne chi continua (a vanvera, senza conoscere le cose) ad affermare che sotto il suo mandato non si sia impegnato in sede politica. Lo ha fatto, lo stava facendo, qualcosa ha ottenuto.
Se io fossi Camilleri, proseguirei sulla strada della valorizzazione delle risorse interne. Non esiste che fino a Monza i giovani ingegneri italiani, anche provenienti dall’area produzione, erano tipi in gambissima e ora sono autentici babbei.
Se io fossi Camilleri, proibirei qualunque dichiarazione pubblica su limiti o manchevolezze della Scuderia da parte di chi della Scuderia è parte.
Se io fossi Camilleri darei un appoggio totale a Carletto Leclerc (tra parentesi: zero equivoci, a me il ragazzo gusta molto e sempre ho sostenuto che l’operazione aveva una sua legittimità), spiegandogli di non lasciarsi turbare dai clamori che circondano la Rossa. È sempre stato così, è un effetto della popolarità del marchio. Corra tranquillo e si senta libero.
Infine, se io fossi Camilleri manderei a farsi fottere quel rincoglionito di Leo Turrini, che si permette persino di venirmi a dire cosa dovrei fare…