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Così parlò Fred (Buscaglione) VasseurLeo Turrini - 26 gennaio 2023
  1. Lo ammetto.
    A tavola con Vasseur mi sono divertito.
    Gli ho pure confidato, in gran segreto, dove può andare a mangiare i migliori tortellini in brodo del circondario (e quindi d’Italia, of course).
    Umanamente, è un Fred che fa venire in mente Buscaglione, per chi ha una certa età.
    E pensare che eri piccola piccola piccola…
    Sulle cose dette ufficialmente (e che sotto riporto, da versione cartacea su Carlino-Nazione-Giorno), beh, le ho trovate necessariamente un po’ vaghe.
    Mica è colpa sua se lo hanno catapultato sulla poltrona che scotta meno di un mese fa!
    Qualche indizio, comunque, ci sta.
    Buona lettura.

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“Se giochi a tennis, sogni di vincere Wimbledon. Se lavori in F1, sogni il mondiale. E conquistarlo con la Ferrari è il massimo…”
Fred Vasseur, atto uno. Il nuovo capo francese (“Ma studio l’italiano un’ora al giorno”) della Rossa da Gp non si nasconde. “A Maranello l’obiettivo è la vittoria-aggiunge- Sono qui da poco e ho già capito che nulla è impossibile se ti chiami Ferrari! Poi, naturalmente, parlerà la pista”.
Buona la prima, insomma. Tra certezze, speranze e la consapevolezza che la luna di miele finirà presto: da queste parti i team principal durano come foglie sull’albero d’autunno. Ma il diretto interessato lo sa. E adesso, parola a lui, il nostro Fred.
SFIDA. “Ovviamente questa è la più importante della mia carriera. Conosco le aspettative, so cosa rappresenta la Scuderia. E non ho paura”.
L’APPROCCIO. “Ero già stato qui per il ruolo che ricoprivo in Alfa Sauber. Ma l’ambiente fa sempre impressione. Le risorse ci sono tutte e nelle persone ho trovato entusiasmo, passione, voglia”.
IL RUOLO. “Io non sono un tecnico, non sono un motorista, non sono un aerodinamico. Sono stato chiamato per mettere tutti nelle condizioni ideali per svolgere il lavoro che ha come obiettivo la vittoria”.
IL PRES. “Dovete chiedere a John Elkann e a Benedetto Vigna perché mi hanno scelto. Io rispondo direttamente a loro, al presidente e all’amministratore delegato della azienda. E non è vero che mi ha voluto qui Carlos Tavares, il top manager di Stellantis. È un amico, ma sono stato selezionato da Elkann e Vigna”.
I PILOTI. “E’ vero, conosco Leclerc da quando era un monello. Lo stimo moltissimo ma lo stesso vale per Sainz, quando dirigevo la Renault cercai di assumerlo. Partono alla pari, siamo perfettamente in grado di garantire macchine uguali a entrambi. Poi nel corso della stagione ragioneremo sulla base dei numeri”.
NO LEADER. “Ma non abbiamo un numero uno e un numero due. Parlo spesso con Charles e Carlos, la chiarezza di rapporti è assoluta, i due collaborano bene assieme”.
IL MESSAGGIO. “Ferrari First! Sono qui per far vincere la macchina Rossa, non per favorire un driver rispetto all’altro. Non ci saranno equivoci”.
I CONTRATTI. “Per questo non è urgente prolungare i contratti di Leclerc e Sainz. Stanno bene con noi, siamo felici di averli qui e abbiamo un target comune”.
IL GRUPPO. “Per me e’ fondamentale. Gli individui contano in quanto parte di una squadra. La F1 è un sistema complesso, per far funzionare le cose dobbiamo spingere tutti nella stessa direzione”.
GLI UOMINI. “Sono appena arrivato, sto imparando a conoscere le persone. Alla direzione tecnica l’ingegnere Cardile sta facendo un buon lavoro”.
LE STRATEGIE. “So anche io cosa è accaduto nella passata stagione. Di nuovo, penso che dobbiamo concentrarci su come risolvere i problemi e non sui singoli”.
IL MOTORE. “Dal banco abbiamo indicazioni confortanti, sulla affidabilità riteniamo di essere a posto ma come sempre bisogna aspettare la risposta della pista”.
L’AUTO. “Ok, vi dico che sarà Rossa! La presentiamo qui in casa il 14 febbraio e andremo subito in pista per i 100 km del filming day. Quanto è più veloce rispetto al 2022? Non ha senso rispondere, non sappiamo a che livello saranno gli altri, in particolare Red Bull e Mercedes…”
TOTO. “Sì, sono molto amico di Toto Wolff, lo resterò anche se mi batterò per difendere l’interesse della Ferrari in ogni sede, ci mancherebbe”.
BINOTTO. “Tra noi c’è stato un passaggio di consegne esemplare, abbiamo chiacchierato per un paio d’ore, è stato correttissimo”.
TODT. “Mi ha chiamato tra i primissimi, quando ho firmato per la Ferrari. So che a lui servirono sei anni per vincere il primo titolo, ma sono paragoni impossibili, è cambiato il mondo, di uguale e’ rimasta solo la passione che circonda il Cavallino”.
PRESSIONE. “La sento, dormo meno di prima, ma se la temessi dovrei cambiare mestiere. E poi in Italia si mangia bene, si vive bene e qui non sono venuto per i soldi. Sono venuto per far vincere la Ferrari!”
Messaggio ricevuto. Bon voyage, buon viaggio Fred. Come si dice, se son Rosse fioriranno.