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Cosa significa l’accordo Ford-Red BullLeo Turrini - 3 febbraio 2023

Questi Bibitari sono davvero diabolici.
Ti aspetti la livrea della Red Bull 2023 ancora motorizzata Honda, a prescindere dalla denominazione.
E loro se ne escono con il botto Ford.
È una roba grossa.
Ford è una delle Big Three di Detroit.
Ford significa tanto nella storia delle corse. C’è la leggenda del Cosworth, per dire (ma l’otto cilindri era farina del sacco inglese). Senza dimenticare le ruote coperte, con tanto di film hollywoodiano (bello, anche se fasullo).
Ma la cosa intrigante è l’appeal che la F1 targata Stefano Domenicali sta mostrando di possedere a livello di grandi costruttori.
Sapete che nel 2026 entrerà anche Audi.
Tutto questo accade in un mondo che, non molto tempo fa, era considerato in declino. Uno sport per vecchi. Uno spot alla rovescia, in una epoca che premia sempre di più la Eco sostenibilità.
Evidentemente chi fabbrica automobili crede nell’ibrido, nei bio carburanti, eccetera.
Altrimenti questa operazione non si spiega.
Dopo di che, io ho una età.
All’alba del millennio nuovo, oltre a Ferrari, Mercedes e Renault investivano nella F1 la stessa Ford (fino al 2004), la BMW (che assunse il controllo di Sauber), la Toyota, la Honda.
Di lì a poco, complice il melt down finanziario innescato da Lehman, ci fu la grande fuga, con rischio di estinzione per la categoria (e ci si andò vicini, fidatevi).
Ora, dalla serie Netflix in giù, la massima espressione dell’automobilismo pare vivere una nuova giovinezza.
Vedremo quanto durerà. Ma di sicuro questi Bibitari sono diabolici, davvero.
Buon week end.
Ps. Non male la Ferrari che nel giorno Red Bull fa sentire il primo vagito della sua power unit, non male…