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Cosa combinano gli eredi di EcclestoneLeo Turrini - 4 febbraio 2018

Un anno, più o meno, senza Ecclestone. Nel senso che di fatto Liberty Media governa la F1 dal 2017.
Adesso si sta molto parlando (anche a sproposito) della epurazione delle ombrelline (ma ti pare possibile che uno faccia il mio mestiere per occuparsi di simili, enormi problemi esistenziali?). O dei nuovi orari di partenza dei Gp.
Premetto che io sono un estimatore del ruolo storico del piccolo Bernie. E’ stato lui, da metà anni Settanta in poi, a fare della Formula Uno un Evento.
E questo nessuno potrà mai toglierglielo, così come nessuno gli toglierà la montagna di soldi che ha guadagnato, arricchendo spaventosamente anche i suoi sodali.
Sugli scandali che lo hanno coinvolto tanto si sa e forse qualcosa non si saprà mai.
Il punto, secondo me, è che l’ultimo Ecclestone non era più in sintonia con i tempi. Anche per ragioni anagrafiche, non è stato in grado di intercettare gli effetti della rivoluzione digitale.
Non è stato l’unico, eh. Tant’è vero che nel 2010 la F1 era governata, più o meno, dagli stessi personaggi che stavano al potere nel 1980!
Una volta il New York Times, per il suo sito web, mi chiese una opinione sulle prospettive dei Gran Premi. Risposi così: in America come vi sentireste se alla Casa Bianca o al Dipartimento di Stato o alla Cia ci fossero gli stessi uomini del Watergate?!?
Mi diedero ragione (non immaginavano di avere Trump dietro l’angolo, eh).
Ora, con Liberty Media, gli americani hanno in mano il giocattolo dei Gp.
Penso si rendano conto di dover recuperare una generazione almeno, quella persa da Ecclestone.
E qui sto con loro.
Temo però non colgano l’unicità della F1, quell’impasto tra tecnologia ed emozione che è il vero core business.
Un Gran Premio non può e non deve essere un Super Bowl.
Il contorno non può mai essere più importante dello spettacolo in pista.
Mi puoi togliere l’ombrellina o cambiare l’orario dello Start, ma devi salvaguardare il Dna della competizione.
Farò un esempio figlio delle mie tradizioni.
Io sul ring ci voglio vedere Muhammad Ali.
Se mi proponi Hulk Hogan, significa che non hai capito una beata mazza (anche se, lo riconosco, il fatto che Liberty Media abbia assunto il perfido Cola, alias Luca Colajanni, me li rende simpatici, questi americani).