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Camilleri, Montalbano e la Ferrari che verràLeo Turrini - 9 agosto 2018

Terza puntata di risposte.

@marcov. Certamente Camilleri ha esperienze da manager ad altissimo livello. Se è bravo come l’autore di Montalbano siamo a dama. Poi la Ferrari è per tanti motivi una azienda unica. Staremo a vedere.
@schubert. No, non me la sento di adattare al modello Tilke nemmeno uno dei tracciati storici! Quanto ai Puttanodromi, temo che la Malesia abbia lasciato un vuoto non colmabile.
@maipora. Più di una segreteria a me servirebbe un ghost writer ma pare che lo stile non sia imitabile.
@Tristan. Ma infatti: dire che Vettel ha vinto 4 titoli grazie alla macchina è una scemenza. Non conosco campione del mondo di F1 che non guidasse, se non la prima, almeno la seconda monoposto in termini Di competitività. Sai, fa tutto parte del solito giochino…
@AlessandroRocco. Kimi è in pole per una vita felice, che tale continuerà ad essere a prescindere dalla collocazione datata 2019.
@leave me alone. No, no. La Ferrari sulle questioni sportivo regolamentari si è sempre fatta sentire, sfatiamo un falso mito una volta per tutte! Semmai il problema è se chi ha il potere ti ascolta.
@matteo. Schumi nel 1995 poteva firmare sia per Williams che per McLaren. Scelse la Ferrari perché sedotto, oltre che dai soldi!, dall’idea di vincere con una squadra che aveva eluso gli sforzi di Alboreto, Prost, Mansell eccetera. Poi Ron Dennis ci riprovò nel 1998 ma c’era di mezzo Hakkinen e non se ne fece nulla.
@lucaruocco27. Mah, sulle regole tecniche potremmo discutere all’infinito. A me quelle attuali non piacciono, però capisco la difficoltà di conciliare esigenze contrastanti. E magari bastassero certe piste alla Silverstone…
@pompadour. Break calcistico su richiesta. Mancini è bravo e ama la Nazionale. Ma o l’ambiente rimette la maglia azzurra al top degli interessi (cosa impossibile, temo) o di mondiali alla tv ne vedremo ancora…
@gabriel nuvolari. Beh, per entrare in Ferrari da tecnico minimo devi prenderti la laurea in ingegneria, ferma restando la passione. Per scrivere di corse, oggi con il web tutti possono farlo ma non è detto che per tutti scrivere diventi fonte di reddito. Io ho iniziato in un mondo remoto, oltre 40 anni fa. I miei consigli, ormai, sono aria fritta! Infine, usare il brand Maserati per Haas era una vaga idea di Marchionne, non so quanto condivisa dai successori.
@giulio. Non conosco l’identità dietro i nickname, salvo confessioni spontanee (e private!). So che questo piccolo luogo viene frequentato, cioè letto, da un sacco di gente importante. Si vede che il mondo è pieno di masochisti!
@stefano lago. Il Cola è un boss di Liberty Media e in quanto tale non può esternare sui team iscritti al mondiale. Peccato, perché senza censure ti assicuro che sarebbe un ottimo opinionista.
@clelio. Ti chiedo scusa ma non ho capito quale sia la domanda.
@fab ste. Giovinazzi ha solo bisogno di disputare un mondiale per intero. Io spero accada presto.
@giuseppe R. Caro amico, Vettel ha il suo modo di correre. Può piacere o non piacere, ci mancherebbe. Ma dire che gli manca la visione strategica, boh, a me pare francamente eccessivo.
@maurizio centofanti. La Ferrari ha il suo piano di sviluppo. Fin qui ha funzionato. Le evoluzioni le porterà anche la concorrenza. È una partita apertissima.
@adrianov. Dai tempi di Senna evito rapporti stretti con i drivers, ammesso costoro fossero disponibili. Di quelli di una volta, a parte Ayrton, posso dire che Alboreto era un gran signore e Patrese mi era simpaticissimo.
@sabina. Seb e Kimi, a parte i doveri professionali e promozionali, non curano le pubbliche relazioni in modo viscerale, cioè non fanno i ruffiani e insomma ai miei occhi sono fantastici. Ad occhi di altri molto meno (fantastici, intendo). Ma c’è libertà di opinione.
@un Dario qualunque. Kimi sa che io sono un ferrarista di rito raikkoniano e io so che lui è un lettore di rito turriniano. Ci vogliamo molto bene, da lontano.