custom logo
Binotto e il capro espiatorioLeo Turrini - 21 giugno 2021

Riflessioni di un ferrarista triste dopo la mortificante domenica francese.
La nostalgia non è una soluzione. L’ultimo Montezemolo, amico mio carissimo, fece errori gravi. Dall’ok alla abolizione dei test alla cacciata notturna di Aldo Costa, fino alla non abbastanza meditata accettazione della svolta ibrida in F1.
Marchionne ci teneva tantissimo ma rendeva impossibile il lavoro ad Arrivabene, ha sbagliato a credere che un tecnico di produzione automaticamente fosse competente anche su una monoposto e tagliare teste ogni due per tre (Allison, Sassi) non ha giovato alla serenità dell’ambiente.
Dopo di che, Montezemolo ha vinto quello che ha vinto. E quando, estate 2018, non una era geologica fa, Marchionne andò in agonia, la Ferrari era in vetta ad entrambe le classifiche iridate.
Sommessamente, secondo me, oggi servirebbe una distinzione chiarissima tra team principal e direttore tecnico. Per mia colpa, io oggi non so chi sia il Ross Brawn della Rossa. Chi deve tentare di spiegarmi il disastro tecnologico del Castellet?
Una netta definizione dei ruoli non garantirebbe trionfi immediati, ci mancherebbe. Ma restituirebbe un senso di normalità, chiamiamola così, alla situazione.
Situazione nella quale Mattia Binotto, fatalmente, si trasforma nel capro espiatorio. C’è anche un deficit di comunicazione: continuare a ripetere, alla Crozza!, “dobbiamo capire”, insomma, è un autogol.
Conta anche il linguaggio, sissignore.
Sull’organico, non c’è niente di male ad immaginare robusti innesti da fuori. So bene che a Maranello sono arrivati e arriveranno tecnici qualificati.
Ma qui servono capi, servono leader.
Non si tratta di cacciare questo o quello, non mi interessa. Ci sono posizioni che oggettivamente stanno diventando insostenibili, perché così al 2022 non ci si può arrivare, salvo che il disastro francese sia un episodio a se stante.
Escludo che la proprietà, da Elkann a Piero Ferrari, sia indifferente. Ho le prove del contrario.
Il punto non è cambiare, perché sarà inevitabile.
Il punto è sapere scegliere bene.
E su questo, lasciatemi i dubbi che ho.
Non da oggi.