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Arrivabene, Schumi e HakkinenLeo Turrini - 6 maggio 2018

Con la Formula Uno in viaggio verso Barcellona, è quasi scontato ripensare a Schumi.
Potrei tornare a parlare della prima, mitica vittoria in Rosso, anno del Signore 1996.
Ma credo di averlo già fatto tante volte e comunque segnalo agli immemori un video d’epoca.
Girato sotto il palco della premiazione, mostra uno scatenato fan Ferrari ebbro di gioia.
Era Maurizio Arrivabene.
Questo per dire chi siamo e da dove veniamo, magari anche per aiutare gli scettici ad apprezzare meglio il senso delle mie convinzioni.
Dopo di che, a me, recuperando brandelli di rimembranze, sovviene il ricordo di Barcellona 2001.
Un Gran Premio dall’epilogo incredibile.
Mika Hakkinen aveva vinto con merito. Mancavano pochi chilometri al traguardo.
Io di Hakkinen ho un’idea molto positiva.
È stato il più credibile rivale di Schumi.
Talvolta lo ha anche battuto.
Mika era sopravvissuto ad uno schianto terribile in quel di Adelaide.
Era un campione ed era un signore.
Esattamente come un altro finlandese, venuto dopo di lui.
La classe non è acqua.
Beh, quella domenica del 2001 qualcosa si ruppe sulla McLaren del finnico.
A poche curve dalla bandiera a scacchi.
Schumi ereditò la vittoria per caso.
Mi colpì tantissimo un dettaglio.
Uscito dall’abitacolo della Ferrari, il tedesco ritardò l’ascesa al podio.
Prima, volle andare a rincuorare il grande rivale.
Sono piccole storie.
Sono grandi ricordi.
Ps. Seguo poco poco le moto. Qualcuno tra voi sa dirmi se la curva della carambola Dovizioso-Lorenzo-Pedrosa è la stessa del contatto 1997 tra Schumi e Villeneuve?