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Anche Binotto tiferà FerrariLeo Turrini - 1 marzo 2023

Sotto il mio articolo che appare sulle colonne de Il Resto del Carlino- La Nazione-Il Giorno.

Buona lettura.

 

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Sembra quasi uno scherzo! Comincia il primo mondiale di Formula Uno senza Mattia Binotto dopo quasi trent’anni e che succede? Esce in contemporanea la nuova edizione della serie Netflix “Drive to survive”, dedicata al Circo a quattro ruote: nella quale, ohibò, l’ex capo del reparto corse della Ferrari è il protagonista assoluto. Sin dalla prima scena, girata all’interno di una antica Cinquecento, guidata da Binotto medesimo sulle strade del Trentino, all’altezza di Mezzocorona…
“Ho buttato un occhio su Netflix -mi ha detto il predecessore di Fred Vasseur- Ma non sono un appassionato di queste cose. Il nuovo Mondiale? Di sicuro guarderò la prima gara, ci mancherebbe. E farò il tifo per la Rossa”.
NUOVA VITA. Da gennaio, Binotto è un illustre disoccupato. Si è congedato da Maranello con grande sobrietà. Non una parola fuori luogo, zero sfoghi polemici. Ha passato le consegne a Vasseur con garbo. Il manager francese lo ha ringraziato pubblicamente: “Mattia è stato esemplare, mi ha passato il testimone con eleganza, è davvero una bella persona”.
Oggi tecnicamente Binotto è in “gardening”. In giardino: tradotto, per dodici mesi, in ossequio alla clausola di divieto di concorrenza, non può trasferire altrove le sue competenze professionali. L’etichetta del “gardening” ha un significato pure letterale: nel presente Mattia si dedica (anche) ai campi e del resto nella serie Netflix lo si vede intento a vendemmiare.
Era settembre, al momento delle riprese televisive. E forse era un presagio, chissà.
L’AUTO. Naturalmente chi conosce le dinamiche della Formula Uno è ben consapevole di una realtà: la macchina con la quale Leclerc e Sainz affronteranno da domani le prove del Gran Premio del Bahrain è la macchina di Binotto. Per la semplice ragione che le monoposto vengono preparate con largo anticipo sulle scadenze di calendario.
Dopo di che, a goderne o a lagnarsene sarà il successore, cioè il francese Vasseur. È strano, per usare un eufemismo. Ma così hanno voluto John Elkann e Benedetto Vigna, presidente e amministratore delegato del Cavallino.
Che il Dio delle corse li e ci aiuti.
LA STORIA. Quello che scatta domenica a Sakhir è il primo mondiale senza Binotto in trent’anni. Giovanissimo, l’ingegnere reggiano entrò in squadra da neo laureato più o meno in coincidenza con l’avvio dell’era Schumacher, di cui Mattia ha fatto parte con orgoglio.
Motorista per formazione, Binotto ha fatto la gavetta. Ha scalato tutti i gradini. Da direttore tecnico nel 2016 a team principal nel 2019. A sentire i suoi nemici, è stato un carrierista pronto a tutto pur di salire sempre più in alto.
Io invece penso sia una persona in gamba, anche se non ha saputo gestire bene il Potere quando l’ha avuto in mano. Gli sarebbero serviti buoni consiglieri, perché la storia di Icaro è sempre attuale.
Mai volare troppo vicino al sole, se le tue ali sono di cera.
IL FUTURO. Quando sarà libero di sottoscrivere nuovi impegni, probabilmente Binotto resterà in Formula Uno. Ha una offerta della Audi, che dal 2026 sarà in pista nei Gran Premi. Forse la accetterà.
Di sicuro domenica alle 16, quando partirà il Mondiale delle Rosse, lo spettatore Mattia sentirà un tuffo al cuore.