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Alonso e Wehein, voglia di F1Leo Turrini - 27 gennaio 2019

Fernando Alonso ha vinto “anche” la 24 Ore di Daytona. Dico “anche” perché già aveva festeggiato a Le Mans.

Qualunque sia la nostra idea sul valore di queste competizioni, non posso non esprimere ammirazione per la passione che anima lo spagnolo.

I suoi sono ripieghi? Non lo so. Ma tanto di cappello al personaggio e al pilota. Vedremo come se la caverà al secondo tentativo nella 500 Miglia di Indianapolis.

Di sicuro non andrà a fare la comparsa. E di sicuro, penso io, gli mancherà tanto la Formula Uno. Manca anche a Webrlein, oggi impegnato in Formula E. Almeno così…

SANTINI SCRIPSIT

E se la Mercedes si fosse lasciata sfuggire un gran manico? Il dubbio viene dopo aver visto l’E-Prix di Santiago! Sto parlando ovviamente di Pascal Wehrlein, ex pilota di sviluppo Mercedes, campione DTM ed ex Formula 1 con un passato recente tra Manor e Sauber. Il tedesco, fresco di chiamata da Maranello per occuparsi del simulatore, sembrava destinato ad un futuro glorioso nella casa della stella a tre punte. E invece, guarda i casi della vita, la svolta della sua carriera è avvenuta proprio quando il fato sembrava pronto a fargli il più grande regalo: il ritiro di Rosberg poteva dargli il sedile di una freccia d’argento, mentre invece gli è stato preferito Bottas, guarda caso gestito proprio da Toto Wolff. Allo stesso tempo, un Ocon conteso tra Mercedes e Renault ha portato i tedeschi a proporre addirittura un posto in Force India pur di strappare il giovane francese ai transalpini. Insomma, l’erede designato si è visto d’improvviso retrocesso in panchina, con un mesto 2018 in cui, svuotato di motivazioni, è tornato in DTM senza ottenere grandi risultati. Con le porte della Formula 1 ormai chiuse e con una Mercedes al debutto in Formula E nella sesta stagione, pare che Pascal abbia declinato una proposta per un triennale elettrico: partendo da una guida in HWA (quella che poi è finita in mano a Vandoorne e Paffett, vincitore DTM 2018), il tedesco avrebbe dovuto continuare con un biennio blindato in Mercedes. La voglia di riscatto del tedesco lo ha dunque portato su altri lidi, senza vincoli, dove nel 2019 si dividerà tra la Mahindra elettrica, la Ferrari virtuale e uno sguardo sempre aperto sul Circus. Tornando al Cile, per chi non lo sapesse la Formula E costringe i piloti ad un tour de force di un’unica giornata: si parte il sabato mattina presto con le due sessioni di prove libere, a cui segue la qualifica e la gara nel primo pomeriggio. Al suo secondo weekend nella categoria, Pascal ha impressionato piazzando la monoposto indiana in prima fila e chiudendo la corsa al secondo posto assoluto dietro a Sam Bird, con un problema di affidabilità al penultimo giro che gli ha impedito di tentare l’attacco finale. E non è scontato che un ex Formula 1 vada subito forte in un’altra categoria: per un Wehrlein subito al top ci sono Massa e Vandoorne ancora in grande difficoltà, entrambi ritirati nella calda gara cilena. Si parla spesso della velocità dei piloti, ma come si fa ad avere un’idea esatta delle capacità di ognuno di essi, al netto di vettura, circostanze e molto altro? Sarà stata davvero una scelta guidata dal talento o piuttosto sono gli strani intrecci di manager e contratti ad aver condannato il tedesco fuori dalla F1? Wehrlein ha avuto il coraggio di svincolarsi da Stoccarda, tentando di rilanciarsi altrove. Evidentemente la strategia attuale di Toto Wolff prevede di puntare su drivers da atteggiamenti ben più servili, come dimostrato da Bottas in Russia e da Ocon a Montecarlo…