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Agatha Christie e le ombre cinesi su VettelLeo Turrini - 13 aprile 2018

Ombre cinesi.

Può darsi che, un’altra volta, la scelta della strategia legata alle gomme sia destinata ad incidere in maniera determinante.

A Shanghai si sta preparando una partita a scacchi.

Il Nero muove.

Il Rosso, al posto del Bianco, medita sulla risposta.

E’ evidente che sullo sviluppo dell’evento avrà significato la presenza o meno di Red Bull a ridosso o in mezzo ai nostri eroi.

I Bibitari sono convinti di avere il potenziale per inserirsi, da subito, nella battaglia.

So che a fine venerdì Vettel e Raikkonen ancora non erano soddisfatti al cento per cento delle soluzioni di assetto. Hanno entrambi la consapevolezza di poter lottare per la pole.

O, almeno, ce l’avranno fin quando i cronometri non avranno scandito il loro verdetto.

Del resto, giusto per riscoprire l’acqua calda, in Bahrain ci siamo accorti una volta di più, al netto dei meriti di Seb e della genialata pneumatica andata a buon fine, ci siamo accorti, dicevo, di quanto sia indispensabile partire davanti.

Per ora e finora, questo campionato è una pazzesca guerra di nervi. Stanno tutti sul crinale, i nostri eroi. Basta l’errore infinitesimale e dal paradiso precipiti all’inferno.

Comunque, è bene rammentare a noi stessi che ci apprestiamo a consumare un week end nel quale, per la prima volta dal 2014, la Mercedes potrebbe essere sconfitta per la terza volta consecutiva.

Un indizio è un indizio.

Due indizi sono due indizi.

Tre indizi fanno una prova.

Credo l’avesse detto una lungimirante donzella britannica, naturalmente innamorata della Ferrari.

Agatha Christie, una di noi.

Spazio sotto per narrare la caccia alla pole.