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A proposito di DRSLeo Turrini - 5 aprile 2022

Dopo il Gp di Gedda, prima nella mia trasmissione Race Anatomy su Sky e poi qui e sui miei giornali, ecco, ho espresso le mie riserve sul DRS.
Che a Melbourne verrà usato addirittura quattro volte per giro.
Premetto che non sto rendendo omaggio al mio rincoglionimento: è vero che con il DRS a Jarama 1981 Gilles Villeneuve non avrebbe compiuto una delle sue imprese più grandi.
Sono passati oltre quarant’anni e non è questo il punto, è normale che le cose cambino.
Aggiungo che so benissimo perché il DRS venne introdotto. Dopo Alonso versus Petrov ad Abu Dhabi nel 2010, fu chiaro che qualcosa bisognava pur fare, per rendere in qualche modo possibili i sorpassi in pista.
Sia pure artificiosamente.
Quindi, da parte mia, come semplice appassionato, nessuna opposizione di principio. Fermo restando che Hakkinen su Schumi a Spa 2000, con Zonta in mezzo, è un sorpasso vero e non farlocco.
Ora però che succede?
Fin qui, con le nuove regole tecniche, effettivamente sembra che le macchine riescano a stare molto più vicine in pista.
E cosa abbiamo visto a Gedda, nel finale?
Abbiamo visto Verstappen e Leclerc frenare di brutto, per non trovarsi davanti in zona DRS.
Frenare. Rallentare. Andare piano.
Beninteso, con il DRS, Max e Carletto sono stati strategicamente perfetti, nella loro mossa.
Ma una corsa è una corsa.
In un Gran Premio vuoi andare, in teoria, al massimo.
Invece adesso inchiodi di brutto per farti passare.
È accaduto.

Siamo alla eterogenesi dei fini.
Io credo Cio’ sia contrario al Dna delle corse.
E non cambio opinione.